Capitolo II. GLI ORDINAMENTI DELLO STATO La costituzione veneziana aveva toccato la sua perfezione e conseguito con essa l’assetto definitivo. Potranno il tempo e gli avvenimenti recarvi delle modificazioni, ma non alterarne il carattere, e se anche vi aggiungessero alcunché di accidentale, questo soltanto potrà mutare a seconda di quelli. Il doge, autorità suprema, sancisce del suo nome gli atti sovrani, presiede a’ corpi politici e dinanzi alle potenze straniere rappresenta la Repubblica. Ma il suo potere è ormai da quelli sopraffatto, il suo intervento limitato, ogni sua urna per le votazioni. azione sindacata per modo che egli da sé solo non (Archivio di stato, saia Margherita). puònulla; bensì veglia all’effettuazione di quanto, talora dopo aspri dissidi, fu dai consigli stabilito, ed è simbolo dell’unità della Repubblica, non trapelando di là dalle pareti delle aule consiliari nemmeno il sentore delle questioni dibattute tra quelle. Egli deve tenere tanto magistrato con quella magnificenza, che non gli sarebbe stata consentita dal tenue assegno annuale di circa cinquemila dugento lire ('>, se, per consuetudine, non fossero stati scelti a quell’alto ufficio uomini, non pure di grande autorità, ma provveduti altresì di largo patrimonio. Nei consessi dei magistrati, alle udienze dei principi, degli ambasciatori, dei personaggi cospicui appariva in tutta la sua maestà (2), circondato e assistito dal Collegio, o Serenissima Signoria, composto di sei consiglieri, dei (1) Nel 1329, sotto il doge Francesco Dandolo, l’assegno dogale, oltre le regalie, fu portato a 5200 lire, somma che rimase poi invariata. (2) Delle solenni udienze del doge ci restano rappresentazioni ne’ dipinti e nei disegni del tempo. La miniatura riprodotta più avanti a pag. 17 rappresenta un’udienza del doge nel 1571, l’anno della vittoria di Lepanto, e fu tratta da un codice della Biblioteca nazionale di Parigi (Gabinetto delle stampe, A d, 134), cosi descritto:« Description hi-« storique d’un volume composé de tableaux peints en miniature, qui représentent les voyages et les aventures de Charles « Magius, noble vénitien, depuis que les Turcs attaquèrent et prirent File de Chypre sur les Vénitiens, jusqu’aprés la «fameuse bataille de Lépanthe, gagnée par les Chrétiens contre les Infidèles en 1571. (Ce volume est passé de la biblio-« théque de feu M. Guyon de Sardière dans celle de M. le Due de la Vallière) ». Il codice è ricordato anche da Jacopo Morelli (Operette cit., Dissert. intorno viaggiatori, voi. II, pag. 137).— La patrizia famiglia Maggi si estinse nel 1307. Con lo stesso nome esisteva una famiglia cittadinesca, ch’era probabilmente un ramo staccatosi dalla prima, avanti la costituzione giuridica del patriziato. Cotesto Carlo, che viaggiò lungamente in Levante, non era dunque patrizio, ma cittadino, padre di Antonio, segretario all’ambasciata di Francia. È certo di Carlo il testamento che trovasi nell’Arch. di Stato (Sez. notarile, busta 840) che incomincia cosi: « Laus Deo M.iae et Omnium Sanctorum. 1587 addi 5 marzo in Venetia. Nella * mia solita habitation, nella contrà de S. Marcilian, in corte vechia della Procolatia de Citra ».