210 CAPITOLO VII. mento della grotta del giardino <*>. Per esempio, sotto la statua di Atteone, che sta spiando Diana, lo scultore patrizio pose questi versi : Chi curioso spia, Ciò che non deve, Invece di gioir, Corna riceve. V’erano anche dei patrizi che gl’incanti della natura, abbelliti dall’arte, preferivano alle ambizioni della cosa pubblica e agli allettamenti cittadini. Tale fu Leonardo Emo, nobile esempio di possidente rurale, che prodigava cure intelligenti alle sue terre di Fanzólo nel Trevigiano. In un vecchio libro di note, che si conserva neH’archivio domestico di Fanzólo, è chiamato « signore di gran prudenza e governo, mancato di vita PIAZZA DELLA MALCOLTENTA. (Incisione di 0. F. Costa). « senza dehiti ». E anche ottimo padre di famiglia, se da Cornelia Grimani, sposata nel 1565, ebbe otto figliuole e due figliuoli, che lasciò tutti ben provveduti. Non dimenticando però la gloria domestica di amare e favorire le belle arti, Leonardo chiamò, intorno al 1550, il Palladio, per fabbricare la villa, e nel 1553, per ornarla. Battista Ze-lotti e Paolo Veronese, già noti nel Trevigiano per i loro dipinti nella vicina villa Soranza, presso Castelfranco, la più bella e più comoda, al dir del Vasari, che ¡usino allora fosse stata eretta in quelle parti. La villa di Fanzólo, circondata da vaste praterie, da lunghi viali di carpini, attorniata da circa quaranta ettari di terreno, degna dell’architetto che l’aveva ideata e della magnificenza di un patrizio veneto, è descritta dallo stesso Palladio: » Le cantine, i granari, le stalle e gli altri luoghi di Villa sono sul-« l'una e l’altra parte della casa dominicale, e neH’estremità loro vi sono due colombare, «che apportano utile al padrone, ornamento al luogo, e per tutto si può andare al co-«perto»<2). Una grande scalea sale alla loggia, resa più maestosa dalle pitture: una (1) Yriarte, La Vie (Turi patrieien de Venise etc., Paris, 1874, pag. 149. (2) Palladio, L'Archit. cit., lib. II, pag. 117. Altre ville, oltre alle menzionate, descrive il Palladio, da lui costruite per patrizi veneziani: a Bagnòlo nel Vicentino e a Montagnana presso Padova per i Pisani, a Fratta di Rovigo per i lladoer, a Chiarano nel Trevigiano pei Zeno, a Piombino presso Camposampiero pei Corner, a Marocco presso Mestre pei Mocenigo. Cfr. Magrini, Memorie intorno ad A. Pattadio, Padova, 1845, pag. LXXII.