282 CAPITOLO IX. maniche strette, detta dogalina, di velluto o di raso cremesino. Dai primordi del secolo XVI il costume del doge e quello della dogaressa non mutano quasi più, ma nelle vesti dei gran signori continuano le forme più varie e più graziose, sino a che, verso la fine del Cinquecento, l’eleganza cede il posto alla esagerata ricchezza del costume U), e si affastellano guarnizioni d’ogni fatta sulle vesti, che si fanno più ampie e rigonfie con sberne, investidure <2), circoli di stoppa, di cotone e perfino di legno, chiamati anche faldiglie, lontano germe del guardinfante. Non cadde però in disuso quel lungo velo nero, che con fino accorgimento d’eleganza, dal sommo della testa scendendo giù per le spalle fino a terra, dava alla persona singolare attrattiva, secondo il giudizio dell’Aretino, che se ne intendeva : bronzino — bianca cappello. .... Sotto il nero trasparente velo (Firenze, Uffizi). Veggonsi in carne gli angioli del cielo(3). fi (1) Pelissier, La loi somptuaire de Trevise eri 1507, in « N. Arch. Ven. », a. 1897, t. XIV, pag. 52 e segg. (2) Rodocanachi, La Jemme italienne à l'èpoque de la Renaiss., Paris, 1907, pag. 162. (3) Luzio, P. Aretino ne’ suoi primi anni a Ven. cit., pag. 39. TIZIANO — LA FIGLIA LAVINIA. (Berlino, museo).