218 CAPITOLO VII. l’acquistata terraferma la Repubblica creò giurisdicenti molti veneziani: la regina Cornaro ad Asolo, i Venier a Sanguinetto, i Gabriele a San Polo, i Zorzi e poi i Loredan a Mei, i Brandolin a Vaimarino, i Trevisan a San Donà di Piave e altri, i quali ottennero l’investitura feudale in nome e per l’onor di San Marco, la potestà civile e talvolta anche criminale, col mero e misto imperio, i dazi della muda e dell’imbottatura, i diritti di osteria e beccheria, delle acque, delle caccie, delle strade, dei mercati, con esenzioni, privilegi e prerogative tam de jure quam de consuetudine. Così, di contro alla rapace e torbida nobiltà castellana, si poneva l’aristocrazia delle lagune, arricchita col traffico e col lavoro e ossequiente alla legge. Sotto la mite giurisdizione dei veneziani, le plebi furono senza molestie, laddove sotto le rocche dei feudatari rurali il popolo era travagliato da prepotenze a cui non furono sempre freno bastante nè le leggi nè le armi della Repubblica. II. FRANCO — L'AGRICOLTURA E I.A CACCIA. DIPINTI NEL SOFFITTO DELLA LIBRERIA DEL SANSOVINO.