LA NUOVA ETÀ 11 non avevano vergogna di comperare i voti dagli sguizari, i poveri e dispregiati loro colleghi, per essere eletti ai più alti uffici; nè il decoro tratteneva i patrizi di antico lignaggio dal chiedere, con umiliazioni e promesse, i voti e dal concederli. 11 candidato a qualche ufficio elettivo si presentava ai suoi colleghi in atto supplichevole, calando stola, ossia ponendo sul braccio il bàtolo, che si soleva portar sopra la spalla. E poiché tali atti disonesti si facevano pubblicamente sotto i portici di Palazzo, presso l’antico brolio o brolo di San Marco, ne vennero le parole brogio e brogiar <*), per significar quell’intrigo che i Romani chiamarono ambitus e i Fiorentini bucheramento. Gravi pene, come la relegazione perpetua, erano statuite contro chi mirava a conseguire, « con i mezzi indiretti et ille-« citi, magistrati, offitii, reggimenti et altre dignità, la distribuzione delle quali con-« viene sia fatta con giustizia e sincerità »(2). Il Sanudo si sdegnava vedendo spesso le primarie dignità concesse, non già all’ingegno e al merito, bensì a chi meglio pagava; et cussi va la giustizia di questa terra, che è matto chi se fatica di più »; e nel 1516, ÀMBITI E BROGLI NEL CORTILE DEL PALAZZO DUCALE. Particolare di una stampa anonima del secolo XVII. in senato accusava il capo della quarantia perchè poneva all’asta pubblica le magistrature, e ripeteva doversi bensì favorire chi offriva le sue ricchezze alla patria, ma non considerare l’offerta come un titolo di nomina, essendo cosa vergognosa vendere le più alte magistrature al miglior offerente (3). Ormai sicuri dell’obbedienza del popolo, i nobili non vegliavano più con l’antica sollecitudine sui loro destini, e, dimenticando l’origine della loro grandezza, molti abbandonavano la navigazione ed i negozi. Questa mutata condizione degli animi si rivela anche nel cangiato indirizzo della coltura. Nella scienza dell’età di mezzo aveva regnato Aristotele, il quale insegna essere il commercio il nerbo delle repubbliche; nella nuova eccellentissimo, i dieci eccelso consiglio, gl’inquisitori supremo tribunale. Il gran cancelliere, che non era patrizio, e i generali d’esercito, sempre forestieri, avevano il titolo legale di eccellenza. (1) Dalla voce brogio venne poi brogeto, che dinotava quella carta su cui erano pubblicati gli uffici dipendenti da! Senato, col numero rispettivo dei voti favorevoli e contrari, segnando gli eletti con una croce. (2) Arch. di Stato, Compilazione leggi, B. 18, àmbito 13 ottobre 1558. — C. X, Comuni, reg. 73, c. 235 t., doc. 21 ottobre 1623; Ferro, Dizionario del diritto ven., Venezia, 1845, voi. I, pag. 281 e segg. (3) Capitolo conira 7 Brogio del secolo XVI (Bibl. Marciana, cod. CCLXXIII, classe IX it.), pubbl. da L. C. Borghi nelle « Nuove Veglie Veneziane », a. 1895. n. 9-10; Pilot, Notizie di versi e prose sul Broglio, in « Ateneo Veneto », sett.-ott. 1908. Cfr. sullo stesso argomento e dello stesso autore altri scritti pubblicati nell’ « Ateneo Ven. », sett.-ott. 1903, luglio-ag.-sett.-ott.-nov.-dic. 1904.