114 CAPITOLO V. cere dall’ira, come quando, nel 1510, venne in rissa sulla pubblica via di Pordenone con un certo Bartolamio di Marostica (1), e nel 1534 ebbe contrasti sanguinosi, per questioni di denaro, col fratello Baldassarre (2). Nel dicembre del 1538, chiamato dal duca Ercole II (3), andò a Ferrara, per finire alcuni cartoni da tappezzerie, e alloggiò all’osteria dell’Angelo. Poco dopo ammalò e morì, non senza sospetto di veleno. Fu sepolto il 14 gennaio 1539 nella chiesa di San Paolo. ELENA CALIARI, MOGLIE DI PAOLO. Particolare del quadro « La cena di Emmaus ». (Museo del Louvre). Non a Bergamo, o a Treviso, come fu creduto, ma a Venezia, intorno al 1480, ebbe i natali Lorenzo Lotto, il quale in parecchi documenti si sottoscrive Lamentio Loto de Venetiis q. S. Thome (4). Il Lotto, che lo stesso Aretino definiva « come la virtù virtuoso (1) Joppi, op. cit., pag. 37. (2) Maniago, St. delle belle arti friulane, Udine, 1823, pagg. 324-330. (3) Al Pordenone il duca Ercole II avea ordinato alcuni disegni per tappezzerie, che il pittore avea già cominciati a Venezia, togliendo i soggetti daH’Odissea (Ridolfi, ed. von Hadeln, voi. I, pag. 126 e segg.). Ercole II scriveva, il 16 settembre 1538, una lettera al suo agente politico a Venezia, Giacomo Tebaldi, perchè il Pordenone si recasse a Ferrara a terminare il lavoro; ma, sebbene l’artista promettesse di partire il 19 settembre, non andò a Ferrara che negli ultimi giorni dell’anno 1538, e morì nel gennaio dell’anno seguente, assalito da un terribile flusso e da un violento dolor di ventre. (4) Bampo, Spigolature delVArch. notar, di Treviso, in « Arch. Ven. », a. 1886, t. XXXII, pag. 171.