362 CAPITOLO X!. « moglie, ch’era Cappello, et la notte seguente, su le cinque hore, li diede di un sti-« letto nella gola et la ammazzò: dicesi perchè non gli era fidele, ma la contrada la « predica per una santa »(1>. Il Sanudo si salvò con la fuga, ma fu condannato al bando perpetuo, e se avesse rotto il confine alla decapitazione. Che la povera uccisa fosse veramente una santa dicono pure i Dieci, i quali aggiungono come il Sanudo ammazzasse con molti colpi di pugnale la moglie, ch’era a letto (2); e Girolamo Priuli, il genealogista omonimo del vecchio cronista, conferma per suspeto vano <3>. Di esser incorso in error tale, per sospetto di honor, confessa lo stesso uccisore, implorando dal doge la grazia, che dopo pochi anni gli fu concessa, per intercessione dei figli. La fine di Lucrezia Sanudo Cappello ha qualche rassomiglianza con quella di Desdemona. Anche la Sanudo è uccisa a letto, e il pensiero di far confessare la moglie prima della strage, trova riscontro nella domanda che Otello fa a Desdemona, se essa avesse detto le sue orazioni e si fosse riconciliata con Dio prima di morire (4). Per compiere la triste serie dei patrizi uxoricidi, entreremo nel seguente secolo XVII ricordando soltanto il nobiluomo Antonio Condulmèr, che con meditata ferocia, uccise con una archibugiata nella schiena la propria moglie, pura d’ogni colpa <*>. Il furor sanguinario agitava talvolta anche l’anima dei popolani, e il Sanudo scrive che, nella notte del 13 luglio 1499, « la mojer di uno luganeger sta a San Stin, fo ama-zata dal marito, fo ditto per haverla trovata in fallo »W®>. Nel 1521 fu invece una donna, non veneziana, di nome Bernardina, moglie di un Luca da Montenegro, rivendugliolo a Sant’Antonino, che per esser trattata male dal marito, concepì tale odio contro costui, da ucciderlo mentre dormiva. Compiuto il delitto, la scellerata femmina prese uno badil, fé la fossa sotto la scala e seppellì la salma. Scoperto il misfatto, la colpevole fu punita con orrenda pena. Condotta al supplizio, vestita di bianco, con una scufia in testa, « fo discopata, et con gran stento morite, datoli dii cortelo nel cuor e ne la gola, et tamen ancora la si moveva ». Il cadavere squartato fu appiccato alle forche, e il Sanudo osserva « che non si trova alcuna dona, per delieto havesse fato mai, squar-■ tata, sichè questa è la prima; è sta caso grandissimo » <7). I giudici, implacabilmente severi, erano talvolta disposti a indulgenza soltanto con chi avesse vendicato il proprio onore. Ancora, il Sanudo riferisce che, il 12 aprile 1519, « in Quarantia criminal fo assolto <• uno à morto soa mojer, qual trovò se impazava con el prete >(8). Ma di rado funestata dal sangue, o attraversata da inquiete e torbide avventure fu la vita femminile. Di amori e di odi tragici, di vendette terribili, di uccisioni e di rapimenti misteriosi (1) La lettera esisteva nella dispersa raccolta Stefani di Venezia. (2) Arch. di Stato, C. X, Criminal, reg. 20, cc. 92, 96. (3) Grnralogir, V, 4805. (4) Abbiamo altrove narrato diffusamente l'orrendo delitto (VeccAif storie, Venezia, Ongania, 1882, pag. 71 e segg.), e fra tante vane ipotesi, che e inutile qui ripetere, abbiamo notato, senza prestarvi fede, come lo Shakespeare abbia potuto aver notizia dagli ambasciatori della Serenissima della uccisione della Sanudo, che ha qualche rassomiglianza con quella di Desdemona. (5) Il misfatto del Candumer è narrato con rude efficacia nella sentenza che condanna l'assassino contumace alla pena capitale: < 1669, 26 Sett. in C. X. Ser Antonio Condulmèr q. " Alvise havendo convertito l’affetto in odio per * cause Ingiuste contro Alba Bolpata (Volpato) sua moglie, e dopo havere havuta fìgliuolanza con la stessa, praticando * verso l'infelice le maggiori barbarie, e crudeltà, particolarmente in Villa di San Sisto sotto Rovigo, col tenerla anco • rinchiusa nella colombara, che ridotta a disperatione si calo da quella di notte tempo e si ridusse appresso li capu-« clnl..., di che concependo sdegno maggiore, ma dissimulandolo qualche tempo finse d'essersi repacificato con lei, • col darle ad intendere di voler mutar vita e costumi,e la fece ritornar in caia ma ridotta in d.* villa e meditando . di levarle la vita, perciò portatosi con la pred.“ nel Ferrarese, assistito da due capelletti et arrivato nella villa di Canaro nel contine ed entrato pochi passi nel Ferrarese stesso, fatto smontare il carattiere, sbaro alla moglie un'ar-chihugiata nella schiena, che gettatasi giù dalla caretta andò a spirare l'anima in luogo sacro della chiesa vicina .. Arch. di Stato, Cons. X, filza 102. (6) Sanudo, II. 918. (7) ld„ XXXI. 163, 164 (8) ld„ XXVII. 167.