138 CAPITOLO VI. e del legno è difficile determinare dove finisca l’industria, che è la produzione collettiva dell’officina, e incominci l’arte, che è opera tutta personale. L’intaglio in legno e la tarsia, che sono strettamente congiunti con la decorazione della casa nella mobilia di tanti artefici anonimi, diventano forme elevate d’arte in altre opere d’insigni intagliatori e intarsiatori, come furono, sullo scorcio del Quattrocento, i Canozzi, i Cozzi, lo Scalamanzo. Tra MARCO COZZI (SEC. XV) — PARTICOLARE DEL SOFFITTO NELLA SALA DELLA SCUOLA DELLA CARITÀ, ORA ACCADEMIA DI B. A. il 1461 e il 1484, il vicentino Marco Cozzi nella sala della scuola della Carità costruiva il soffitto, decorato di fregi e fogliami, e compartito a lacunari, in ciascheduno de’ quali è scolpito di rilievo un cherubino dorato con otto ali (I). Lo stesso Cozzi, che, insieme col (1) Questi cherubini con otto ali diedero origine a una curiosa favola. Si dice che certo Cherubino Aleotti, detto Ot-tali, abbia proposto ai suoi confratelli della scuola della Carità di ornare a sue spese la grande sala, purché gli fosse concesso di porre su qualche angolo il proprio nome. Non volendo i suoi colleghi concedergli questa distinzione vanitosa, rottali, più che mai risoluto di far passare ai posteri il suo cherubico nome e le otto ali del suo cognome, avrebbe fatto fare quel rebus dei cherubini.