220 CAPITOLO Vili. nella interpretazione dei classici, nelle prove scritte e nei vari rami della cultura generale. Dopo la metà del secolo XV, nella stessa Venezia, le scuole pubbliche cominciarono a sorgere accanto alle private (1), le quali però continuarono a fiorire insieme coi convitti, di cui avevano dato i primi esempi Gasparino da Barzizza e Vittorino da Feltre (2). Di poco mutarono, nel corso degli anni, le norme didattiche e pedagogiche. I bambini imparavano a leggere sui libri di preghiera e di massime religiose, come la Corona pretiosa, stampata nel 1527 a Venezia dal tipografo Andrea Torresani <3>, oppure su appositi libricciuoli, come il Libro maistrevole (1524) di Giannantonio Tagliente. Le regole grammaticali si insegnavano sui testi di Catone e di Donato; le nozioni di aritmetica sul Luminar io di aritmetica dello stesso Tagliente'4», il quale istruiva pure a « scrivere con la vivace mano ogni qualità di lettere » <5). Ormai pochi erano fedeli all’uso scolastico e letterario delle tavolette cerate, che tuttavia continuò per tutto il secolo decimoquinto (6); ma l’arte di scrivere con bei caratteri era coltivata con tale amore, che UNA SCUOLA. (Dal Dialogo della Divina Provvidenza » di S. Caterina da Siena, Venezia, Oiunta, 1494). POSITURA DELLE MANI NELL’ATTO DI SCRIVERE. (Dalla « Theorica et pratica de modo scribendi • di Sigismondo Fanti, Venezia, Rossi 1514). il ferrarese Francesco Alunno (m. 1556) fu chiamato dal consiglio dei dieci, con onorato stipendio, « per fare, come dice egli stesso, adorni i giovani della Cancelleria di (1) Bertanza-Dalla Santa, Doc. per la st. della cultura in Ven., Venezia, 1907, pref.. pag. IX. (2) Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino, Catania, 1896. pag. 26. (3) Renouard, Annates de r imprimerle des Atdes, Paris, 1834, pag. 293. (4) Rigobon, G. A. Tagliente in « Ragioniere», Milano, a. 1894, ser. Il, voi. X. (5) Su l’.Arii de lo excellente scrivere del Tagliente, e altri trattati consimili del secolo XVI, veggasi l'ampio studio di Giac. Manzoni, Studi di bibliografìa analitica, II, Bologna, 1882; Edw. Strange, The '.Vnttng-books in thè sixteenth century, in «Transaction of thè Bibliographical Society», London, 1895, voi. III. P. I, pagg. 41-49. (6) Cesari: Paoli nel Programma scolastico di paleografìa latina e di diplomatica (II. Firenze. 1894), dopo fatta la storia delle tavolette cerate, dai tempi antichi in qua. scrive che perdurava tuttavia, nel secolo XV. l*uso scolastico e letterario delle tavole cerate; e ne adduce un esempio (pag. 27). Circa il 1430. Ambrogio Traversar! chiedeva a Francesco Barbaro in Venezia, per il proprio fratello Girolamo. « tabella* buxeas quales fiunt apud vos venustissima» « cum stylo ». Di tavolette simili faceva menzione in un'altra lettera del 1432. Cfr. Ambr. Traversari, camald., Epistolar., ed. Melius, Florentiae. 1759. I. 229. 414; II. 300, 534.