SPETTACOLI SCENICI, LA DRAMMATICA E LA MUSICA 415 si colora con nitida espressione nei pittori, i quali dalla soavità misteriosa di essi trassero la visione della vita e della bellezza, in quelle loro fantasie raffigurate da donne giulive e spensierate e da angeli e putti, che suonano e cantano. La 'musica, che è il linguaggio dei sogni e non è quindi adatta a rendere cose determinate, ma a generare ebbrezze senza oggetto, dolori senza causa, risveglia invece in quegli artisti gagliardi gioie o tristezze con un vivo sentimento del reale. Ritraggono essi in eleganti costumi dame e cavalieri, che s’intrattengono in suoni e canti nelle sale dorate, 0 negli orti e nelle vigne della laguna, o sui prati e tra i boschetti delle ville campestri, ma a quando a quando, tra le persone vestite con quei loro eleganti costumi, appare qualche immagine femminile nell’armoniosa nudità delle forme, e in quella perfetta bellezza di linee e di colori l’artefice esprime le sensazioni dell’animo, a cui la vita si manifesta in aspetto di letizia. Così le essenze poetiche e le visioni fantastiche, suscitate dalle melodie musicali, si mutano in simboli materiali in certi dipinti di Tiziano e del Tintoretto, dove dalla carne femminile fiorente e sana emana come un fluido armonioso. Ai vecchi strumenti, arpa, arpicordo, salterio, dolcimela, lira, viola, liuto, citara, tiorba, zaramella (zampogna), clavizimbano (clavicembalo), pifferi, tromboni, nacchere, altri nuovi se ne aggiungevano d’ogni forma, da fiato, a corda, a percussione <'>. Il Governo favoriva i fabbricatori più celebri, quali Bastiano da Verona, Lorenzo da Pavia e Guido Trasuntino (2\ e concedeva privilegi agli inventori di nuovi strumenti musicali <3). La pedaliera degli organi si crede inventata dal veneziano Bernardo Pavuri, detto Murer, ma è certo che nella fabbricazione di tali strumenti la rinomanza di Venezia era antica, e si accrebbe alla fine del secolo XV, quando n’erano fornite quasi tutte le chiese <4). Scomparsi da lungo tempo gli organi idraulici(5), si riducevano sempre più perfetti quelli a mantice, modificandone le canne, 1 somieri o panconi, i registri, la tastiera, i pedali (6). Con esempio, conosciuto in altri (1) Tra il gran numero di musicanti, dovettero farsi sentire per le vie quelle compagnie, che si chiamarono po bande di sonatori, come li rappresenta, vestiti all’orientale, il Carpaccio. Gli strumenti musicali più in uso, oltre che ne’ quadri dei pittori, sono raffigurati in molte stampe del tempo, incise a Venezia, fra le quali ci sembrano degne di nota alcune delle Metamorfosi d’Ovidio (1497), del Macrobii opera (1513) e del Thoscanello della musica (Venezia, Vitali, 1523), un libro di teorica musicale del fiorentino Pietro Aron, che fu canonico della cattedrale di Rimini nel 1522, vi fondò una cappella musicale e mori verso il 1562. Strumenti musicali si vendevano per le strade da mereiai (merceretti vaganti. Cicogna, Iscr., I, 317. (2) Il bolognese Leonardo Fioravanti (Specchio di scienza cit., c. 132) scrive: «Guido Trasuntino, nell’arte di Ar-« picordi, Clauicembali, Clauiorgani, Organi, è huomo di tanta dottrina et esperienza, che il mondo si meraviglia in «udire de su’instromenti; perciochè di melodie et armonie passano tutti gli altri et quelli, che da altri sono fatti senza «armonia, egli gli acconcia e gli fa divini et rari». — Del Trasuntino parla anche l’Aretino (Leti, cit., lib. II, c. 268 t.) (3) Nel 1575 (22 ottobre) si concede privilegio ai fratelli Federico e Vittore Clementi da Cividale per l’invenzione di un arpicordo (Arch. di Stato, Senato, Terra, fil. 67), e nel 1582 (13 giugno) altro privilegio per venticinque anni a Sante Bassan, inventore di stromenti da fiato. Senato, Terra, reg. 54, c. 31. (4) F. Sansovino, Venetia cit., pag. 244. — Fin dal 1494, il Casola ( Viaggio cit., pag. 11) scriveva che le chiese parrocchiali di Venezia avevano quasi tutte el suo bello choro e organo. (5) Riproduciamo la bella incisione di un organo, tratta dall’edizione latina del Vitruvio, commentato da Daniello Barbaro (1567). Il Barbaro mostra come l’aria entri nelle canne per forza d’acqua. Ma, tranne questo divario, il prospetto rappresenta un organo veneziano a mantice del secolo XVI. (6) Un contratto per l’organo della chiesa di Santa Caterina di Treviso, fabbricato a Venezia nel 1503, dà alcuni particolari sulla costruzione degli organi. Nicuola dai Organi fio de maistro Andrea Veronese, dimorante in Venezia, nella