I PALAZZI, GLI ORTI, LE VILLE 185 usarsi nelle case modeste « con maraviglia dei forestieri — osserva « il Sansovino — poiché in questa parte sola si comprende ricchezza « infinita la quale esce tutta dalle fornaci di Murano »(1). Stoffe di raso e di damasco (2), arazzi ricamati con storie sacre e profane <3), tappeti orientali (4>, cuoi d’oro, sparsi d’ornati e di figure a rilievo, si stendevano sulle pareti e sui mobili ; dinanzi alle finestre cortine di broccato e di tela serica, dipinta e dorata (6), con frange e nappe finamente lavorate; le porte, dianzi soltanto coperte da cortinaggi spesso figurati (7), si chiudevano con battenti intarsiati o intagliati. Si andavano facendo più numerosi i seggioloni ricoperti di velluto e di damasco, con bollettoni di bronzo dorato, gli scagni de nogara a pozo (a bracciuoli), le carieghe desnodade, intagliate e dorate (8) ; e nel mezzo delle stanze incominciavano a comparire grandi tavole quadrate, sulle quali, posavano, in attraente disordine, anfore, vasi d’oro e d’argento, coppe gemmate, armi ageminate, medaglie, sigilli, cembali, liuti e altre cose belle e rare. Accanto agli specchi d’argento e d’acciaio, con ricche cornici (9), scintillavano i grandi specchi di vetro dalla limpidissima luce, che adornavano anche gli appartamenti di principi e di re, e facevano risonare il nome di Murano in tutto il mondo civile. Sui vecchi cassoni s’impostavano gli armari, formando gli stipi d’ebano e di mogano, intarsiati di avorio, con cassetti e cassettini, con ornamenti di figurine di bronzo dorato, placchette, medaglie, e agate, corniole, diaspri d’ogni vena. Alla fine del secolo XVI era assai rinomata la bottega veneziana di Federico Curelli, nella quale si vedeva esposto « un guarnimento di lettiera, di « casse, di tauole e d’altri arnesi per una camera « d’ebano e di avorio con lavori d’oro così peregrini, « che è impossibil cosa a narrarlo »<10). Tutto era impregnato d’arte : dagli alari (cavedoni), dalle pa- LAMPADA. (Dal « Polifilo »). PALLA (PERFUMEGO) TRAFORATA DI METALLO PER PROFUMI. (Musco Correr). (1) F. Sansovino, loc. cit., pag. 384; Belgrano, Della vita priv. dei Genovesi, Genova, 1875, pag. 50. (2) Tapezarie de raso et de scarlatto. (Test, di Alvise Malipiero, 17 giugno 1536, Cicogna, Iscr., Ili, 418). (3) Un razo da leto a verdure (arazzi) (Invent. Gio. Vanini, 1526, Cariceli, inf., B. 34). — Antiporte a verdure vecchie (Invent. Marco Contarmi della parrocchia di S. Angelo, 1526, Ibid.). — Uno razo a figure antiche con arme Gritte longo braza sete, quarta una et alto braza sie; un razo a foyami con arme Gritte n. 4, alto braza cinque et sie longo ( Invent. Pietro Gritti cit.). (4) Tapedi n. 7 a rosele turcheschi (Invent. Sebastiano di Lami eri, 1525, Cariceli, inf. B. 34). — Tapedi de più sorte n. 13, cioè tre da tavola, et diese da cassa, dei quali ne sono do damaschini ( Invent. Luca Valaresso da San Procolo, 1527, Ibid.).— Tapedi de diverse sorte turcheschi (Appendice, Invent. Marcello n. VI, cit.,). — Tapedi n. do usadi rosegadi da sorzi (Invent. P. Gritti cit.). (5) Cuori d'oro et rossi et d'argento (per parati di stanze). — Coverte da lolle de cuoro rosso. (App. Invent. Poloni 1590, n. IX). (6) Un par de cortine de cendà verde con le arme Contarine (Invent. Marco Contarmi cit.). — Cortine de tela rosa do-rade con l'arme ( App. Invent. Badoer n. Il cit.). Coltrine n. tre di tela a opere zale depente ( Invent. P. Gritti cit.). (7) Un antiporta de raso d'una figura de Nostra Donna resada de seda et horo (Test, di Alv. Malipiero cit.). Antiporte n. cinque con arme diverse suso a figure et foyami. (Invent. P. Gritti cit.). Il Sanudo (XL, 758) parla di do antiporte d'oro a ago soprarizzo, nel palazzo Grimani a Santa Maria Formosa (8) Invent. Poloni cit. (9) Un spechio d'arzento in calzo de cavallo cum el spechio dentro de azal ( Invent. Marco Contar ini cit.). — Uno spechio de azal (Invent. Poloni cit.). — Uno spechio de vero (Invent. Odoni cit.). — Uno spechio grondo quadro dorato con el suo candelier dorato ( Invent. Varisco de Bussis cit.). (10) F. Sansovino, Venetia cit., pag. 364.