332 CAPITOLO X. I lo sposo si recava in veste patrizia rossa, accompagnato dal parentado, alla casa della novizza, la quale dalle ancelle era stata abbigliata delle vesti più pompose, adorna di perle e gioielli e coi capelli intrecciati di fili d’oro, cadenti sulle spalle (1), oppure stretti sulla fronte da una corona di gemme o da un berretto di velluto <2). Lo sposo e i patrizi si raccoglievano nella sala (portego); dopo una breve attesa compariva la fanciulla condotta per inano da« uno maestro di danzar»(3) e dopo aver salutato Io sposo e ringraziato gl’intervenuti, faceva «un passo e mezzo, « poi un salterello modesto, e inchinan-« dosi con un bello inchino pigliava li-« cenza »(4). Con le stesse cerimonie la sposa accoglieva le gentildonne (R), e compiuti i convenevoli si recava a visitare quei conventi di monache, dovetro-vavasi qualche sua sorella o congiunta, scendendo nella gondola e sedendo fuori del felze, sull’asse chiamato trasto, il qual modo si diceva appunto andar in trasto (6). Sulla fondamenta, lungo il canale dove passava la gondola, seguita da molte altre, la folla acclamava la fidanzata, e — curioso particolare — prorompeva in grida e fischi se i gondolieri della sposa non avessero avuto le Scalze di seta scarlatta (7). Gli sposi andavano anche a fare una visita di semplice cerimonia al doge, ma tale costumanza, dopo il 1501, non fu osservata che dai congiunti del principe*8’, ed era un semplice atto di devozione e di rispetto (9). Nel giorno fissato per le nozze e7per la cerimonia in chiesa (subarratio o despoti- I) C. Vecellio, Habiti cìt., pagg. 95, 97. (2) Il Sanudo (XXII, 201) ammira nel 1517 una Trevisan, sposa a un Grimani, bellajdonna et vene fuora escavi atta co* bellissimi capelli e co’ berretto di l'eludo alla forestiera. (3) Sanudo, XXXVII, 445. (4) Franco, Habiti dìpag. 7. (5) * Conchiuso un matrimonio, gli htiomini vanno * tutti alla casa della sposa. Un altro giorno poi vanno « le gentildonne; fra le quali, o le più parenti o Pa- • miche intrinsiche, accettano le donne che vanno a < far le cerimonie a casa della sposa >. Pasql aligo Leti, amorose, Venezia, 1581. (6) F. Sansovino, Veneti a dt., pag. 401. (7) Aretino, Leu. cit., lib. 1, c. 170 t. (8) F. Sansovino, Venetia cit., pag. 402. (9) Pastetta, op. cit., pag. 6.