182 CAPITOLO VII. sale d’entrata si posavano le armi alla lamiera o rastrelliera(l), il quale ultimo vocabolo scese poi a significare una specie di cassa a regoli di legno, su cui si mettono ritti i piatti rigovernati per farli sgocciolare. Dalla rastrelliera derivò il suo nome anche il restello, che prese poi varie forme, dai restelli da scrittura cogli uncini (pironi) per infilzarvi carte, lettere e conti, ai restelli da camera e da pettini, dipinti, intagliati e con Io specchio, che erano una specie di tavolini da pettinarsi(2), e intorno ai quali si appendeva a mo’ di cortina una stoffa (fazzuol) (3>. La mobilia nei primi anni del Cinquecento acquista leggiadria, senza perdere la sua maestosa nobiltà. Da ciò che ancora rimane nella camera degli scarlatti del palazzo du- CARPACCIO — LO STUDIO DI SAN GIROLAMO. (Venezia, San Giorgio degli Schiavoni). cale, dove in talune solennità si adunavano i magistrati in toga di scarlatto, si può immaginare come fosse tutta la stanza compiuta. Il soffitto è disegnato dallo Scarpagnino, a rosoni su fondo azzurro, chiuso da una cornice tutta a fregi; il camino, scolpito a immaginosi intrecci di fogliami, chimere e putti, dai Lombardo, tra il 1486 e il 1501. Il prodigioso scalpello dei capolavori marmorei lombardeschi è imitato dall’abile sgorbia degli inta- (1) Una restelliera con picche e lame n. 14 e 6 targhe con t'arma Foscarina (Invent. Alessandro Ram, 10 nov. 1592). G. Ludwig, Archiv. Beiträge cit., vol. IV, pag. 75. (2) Un restello grando indorato con uno spechio de vero dentro dicto restello cum alcune figure. Un restello, piccolo indorato. (Vedi Append., Invent. di Chiara Marcello, 15 34, n. VI). — Il Ludwig (op. cit., pagg. 209-210) cita molti inventari che fanno menzione di restelli grandi indoradi e intaiadi in casa di Paolo Morosìni (1507), di restelli doradi, ¡avoradi de relievo di Domenico Galimberti (1528), di specchi over restelli de camere doradi con le arme Aìichiel di Tomaso Michiel (1532), di restelli doradi cum figure de intaglio di Fiordalise Contarmi (1534) e via dicendo. Doveva essere dei più belli e dei più ricchi il restello de nogera chon zerte figurete dentro depinte de man de misser Zuan Belino, ricordato nel testamento del 15 aprile 1530 del pittore Vincenzo Catena. (Cavalcaselle e Crowe, Hist, oj Painting in North Italy I, 259). Il Ludwig crede che le tavolette, dipinte da Giambellino e divette dal restello del Catena, sieno quelle di soggetto allegorico che si ammirano nella galleria dell’Accademia veneta. (3) Fazuoli da spechio vergadi uno zallo e verde, Poltro verde e zallo con i cavi d'oro e de seda de braza 4 in circa l'uno (Invent. Varisco de Bussis cit.).