I FESTEGGIAMENTI E LE CERIMONIE PUBBLICHE 443 Melchiori di Oderzo, nel febbraio del 1587, assistè da una finestra di una casa in mérseria a una di queste bizzarrie molto fantastiche, ch’era uno stupore a vederle, e ne ha lasciato una viva descrizione (1). Le feste favorivano il prosperar delle arti, e attiravano gente a vendere, ad acquistare, a scialare, divenendo larga fonte di guadagno. Nelle sagre e nelle fiere, i pittori avevano occasione di far conoscere i loro quadri, gli scultori le loro statue, i fabbricatori di stoffe i loro tessuti. Alla fiera dell’Ascensione (la Sensa) accorrevano oltre centomila persone, e sì gran folla di gente, se non trovava sempre comodo alloggiamento, non doveva però esser costretta a riparare in quegli orribili alberghi, descritti con^scherzosa malignità da Tomaso Garzoni, il quale tutt’al più intendeva parlare di (Dagli «Habitus» del Bertelli). certe caneve e taverne, alloggio della gente più bassa e triviale <2). Se nei tempi passati (1) La lettera del Melchiori, scritta il IO febbraio 1587 a Madonna Susanna, sua moglie, fu copiata da Vittorio Cian in un codice della raccolta Ashburnamiana nella bibl. Laurenziana, e pubblicata nella Gazzetta di Venezia del 27 febbraio 1906. Il Melchiori descrive con particolari curiosi uno spettacolo, pel quale il popolo veneziano si accendeva d’entusiasmo: «....Ieri vedemmo in Venezia una bellissima mascherata di Dei celesti e marini, di Turchi, e d’altre «bizzarrie molto fantastiche al numero di ducento, in una compagnia con tanto oro, gioie e perle, che era uno stupor « a vederle. Vi erano anche li sette pianeti molto ben fatti e riccamente guerniti, con cavalli e trombe avanti, e « nel mezzo della compagnia vi erano musiche di varii instrumenti. Forse al numero di 200 con li Dei e Dee ma-« rine, era la Dea del mare figurata per Venezia, donna compita di bellezza, e di ricchezza d’abito e di preziosissime « gioie, con una corona in testa d’estremo valore. Con li sette Pianeti vi era Venere, donna giovinetta, che parea scesa « dal Cielo per mostrar a’ mortali qual sia la vera e suprema beltà del sesso femminile, ornata anco questa a maraviglia. « Passarono per Merceria, che ci ebbi commodità di veder tutti, stando nella Libreria della Pace; ma la calca della « gente era sì grande, che occupava li occhi de’ riguardanti, che non si poteva contemplare ogni cosa. Andarono alla «fine verso il palazzo del Doge, ove cantarono e sonarono varie fantasie, e ogni maschera fece la parte sua; li Dei ma-« rini con la Regina del mare ebbero l’applauso da tutti li pianeti, li quali ciascuno fece quello che era suo proprio di «fare, cioè della Luna il mostrar ghiaccio, il Sole di risplendere. Marte di giocar la scrima (scherma), Mercurio di for-« mare bella orazione e cosi li altri far vedere le proprietà loro, con bello e meraviglioso ordine ». (2) « Un’hostaria tutta sfessa e smantellata, una camera sbucata, ruinata e sostentata per forza di pontelli, ricetto «di topi solamente; un solaro nero come la caligine dei camini; un lastricato di quadrelli mobili, che.par che i spiriti « l’habbian disfatto a posta, le mura spegazzate di mille dishonestà e sporcizie, che i forestieri, per dispetto, v’hanno «scritto per tutto; le tavole più onte, che quelle dei beccari, e tarolate dentro e fuori per la vecchiezza; le tovaglie «sporche di vino e di brodo, ove il Re de Moscoviti fa perpetua residenza; i faccioli rotti, e ruinati più che le vele