170 V'ITOLO VI. ispirate ai modelli orie>-< , i e persiani. Oli «t ■ ..cvano officine di legatoria, e a quei!.» J ve-. i attribuisce il meriti' <1 > rato, per le dorature, quei picco!: f*.r , ¡> io da loro presero il .* U Lt coperte di ogni colore, più ¡h ^ ■■■■•* » minate di volute, fu logjip. .»rabeschi, annodamenti d’t*i '. • •' ‘*>ta per gli occhi, toni? neik- che appartenevano al bibJiofi il quale voleva, con ra a, che anche gli amici godessero Éi’ un ■>’*?■, sui quali sono incise quest? parole: Ih. Maiali et amicorum <*>. La 1/ - ■ ebbe estese appi). av-m > • ■>. - r>!- flit mr, e fastosa <*>. Le ci«tifàifesffawii. che ia Repubblica dava ai suoi capitani o rappresentanti, erano rile- I t i- iATl RA &eH ' ARCADIA w;«"«» v DEL CARDINAL PIETRO BEMBO. (Parma. biblioteca). gate in marocchino rosso f t nipartimen: incassati, riccamente dorati t cloriti, con al centro del piatto anteriori il leone di San Marco e nell’altro le armi del rappresentante <3>. Nè basta: si rilegarono riccamente perfino le custodie di carte nautiche, che erano di cuoio, decorato di arabeschi dorati e mosaicato di smalti policromi <4>. Talvolta (I) Del Ma ioti, che viat . pi. e tr formazione d’im Mb/o/, o d’altro nome • m ie. i (Ina bella rilega tu-. deìt \i MMiarq, che i coperta di cuoio fwrta — , tra rabeschi d'oro k*>? ■- Pietro Bembo, e neifa b'?> ^ f'a¡’-ui Nel troviamo a Venezia ?nei.ì f v :♦? un legatore di libri, benedetto detto Padoana i F». ' - tv /« U detta tip. dt.t in « Arch. Ver». < XXfft. pag. 171). Ne! testa 'n' r J*ta 17 maggio 1614 di #_* - ri t . = n troviamo come teste il nome di «n Mag&ier Marca» \ ‘ la legatura delle istruii tni 1 ^ Giustiniano Gtust deI 1576 della Kbt>«*ieta prodotta nel Catoint- >• delia iettatura artistica, Ftrenas, V'/li. n 5731. (4) Per ». - U custodia che t' , «;«•« reca Vittorio Emanuele Ai R«1 a»- delta Mostra predetta).