I PALAZZI, GLI ORTI, LE VILLE 175 e degli uomini, onde soltanto ne’ dipinti di quel tempo possiamo vedere le abitazioni dei ricchi e del popolo. Certamente taluni pittori modificano le cose e vi aggiungono ornamenti di fantasia, ma altri dànno il senso della realtà, ci fanno sentire che i luoghi che più non esistono furono fedelmente copiati, nella stessa guisa che si può giudicare della rassomiglianza di un ritratto di persona non mai veduta. Per esempio, guardando il quadro della Guarigione miracolosa della figlia di Benvegnudo di Giovanni Mansueti, che pure è di solito un freddo, diligente osservatore, si comprenderà che sono di fantasia il ricco vestibolo, aperto ai vènti, e la suntuosa scala di quel palazzo, dove nul- LA PORTA D'APPRODO (RIVA) SUL RIO DEL PALAZZO ■ DEL CAMMELLO» ALLA MADONNA DELL’ORTO. l'altro c’è di veneziano se non i costumi delle persone e il canaletto coperto (cavana) per le gondole. Invece nel Sogno di Sant'Orsola e nella Natività della Vergine di Vittore Carpaccio <*> si vede e si sente il vero, copiato in tutti i suoi particolari, senza che i molti e diversi accessori distraggano l’occhio dal soggetto principale. Un altro quadro dello stesso pittore, lo Studio di San Girolamo, ci conduce in una stanza veneziana, forse studio e oratorio a un tempo, di qualche alto prelato, protettore e conoscitore d’arte, un cardinale di santa Chiesa, come Gasparo Contarini, o un patriarca di Aquileia, come Giovanni Grimani. Il gran santo dalmata è seduto accanto alla finestra, dinanzi a un tavolino, sorretto da un lato da una mensola, dall’altro da un tripode (trepiè) di metallo. Sul tavolino sono da osservarsi, tra il bisognevole per iscrivere, il polverino e una conchiglia per levigare le raschiature fatte sulle pergamene (2). Il soffitto è a cassettoni dorati, e sulla parete del fondo, nella nicchia, ornata di un mosaico raffigu- (1) Vedi il voi. I, pag. 307 e 451 di questa Storia. (2) Nell*Inventario dei beni del qm. Marco Cantorini, 1523 (Arch. di Stato, Cancelleria inferiore, B. 34, Inventari) si trova menzione del polverino: Un bossolo da polvere da lettere. La conchiglia per levigare le raschiature si chiamava porcella da lissar.