LA FAMIGLIA 335 timore dei decreti dei Dieci, se, nell’aprile del 1507, un Priuli, bandito da Venezia, sposò a Mestre nna figlia di Giorgio Cornaro e nipote della regina di Cipro; e molti nobili, tra i quali due procuratori, Tomaso Mocenigo e Domenico Trevisan, assisterono alle nozze(l). A feste più degne, che la nobile presenza della regina rendeva ancor più decorose, s’erano aperte le sale del palazzo Cornaro a San Cassiano, quando nel 1505 un’altra nipote, omonima di Caterina, dava la mano di sposa a Carlo Malatesta di Rimini, e una terza nipote Venier, si univa, nel 1509, in matrimonio col conte Guido Brandolin (2). Con pompa non minore si celebravano le nozze dei cittadini originari e dei ricchi borghesi. Nel 1504 la famiglia cittadinesca di quei Freschi, le cui cerimonie nuziali di tempi anteriori abbiamo descritte*3', era di nuovo in festa. Samaritana Freschi si maritava con Melchiorre della Nave, cittadino veneziano, e si rinnovarono le solennità antiche. La sposa, preceduta da sonatori di pifferi, accompagnata fino all’altare da venti matrone, indossava una doppia veste di velluto cremesino, con pettorina e maniche tessute d’oro, portava perle e gioielli, e una fascia dorata le cingeva la testa a ino' di corona (4>. Le memorie del tempo ci parlano di feste, di balli, di vesti, non dell’amore e delle virtù della sposa, che, fino allora severamente guardata nella casa paterna, piombava a un tratto in mezzo a tutte le seduzioni mondane, senza quella conoscenza almeno superficiale del consorzio umano, che anche negli animi giovanili fa sentire la vita e ammaestra a regolarla secondo l’esperienza. Neppur quando la sposa diveniva madre era lasciata libera alle espansioni del più alto degli affetti. La grandigia nobilesca circondava di fastose cerimonie anche la culla. Il Casola, parlando dei patrizi, diceva che sono alteri anche in casa loro, forse per il grande dominio che hanno, e quando nasce uno fiolo ad uno venetiano per se di-« cono eie nato un signore al mondo »(5>. Più tardi, il Garzoni, alludendo senza distinzione a tutti i ricchi, narra, con la sua grossolana arguzia, come la levatrice raccogliendo l’infante appena uscito dall’alvo materno, ne annunciasse a voce alta il sesso, chiedendo, se era un maschio, una mancia al padre, e « aspettando molte volte « il cancaro e il malanno, quando gli dava nuova che era femmina, perchè la robba « per le femmine va fuori di casa e per gli maschi v'entra dentro » (6>. Pochi giorni dopo il parto, nella camera sontuosamente arredata (7), parenti e amici, dei due (1) Sani;do, VII, 44-45. (2) ld., VI. 225; VII, 756. (3) Vedi voi. I, pag. 396 di questa Stona. (4) Memorie detriti, famiglia Freschi cit. mi. Svajer alla Marciana. It. cl. VII, 165 (5) Casola, Viaggio cit., pag. 14. (6) Garzoni, Piana cit., pag. 836. (7) F. Sansoviso ( Vrnetia cit., pag. 402), dice che specialmente si mostra in casa splendidezza e magnificenza nella cerimonia del parto; • conciona che apparecchiavansi le stanze riccamente et in particolare quella dove giace