42 CAPITOLO III. Il clima è, in generale, mite, quantunque non sieno mancati inverni rigidi, ma i Veneziani, sebbene insofferenti del freddo, trasformavano in sorgente di svago e di sollazzo le inclemenze della cruda stagione, e traevano talvolta a vedere, come curioso spettacolo, la laguna e il canalgrande ghiacciati <*>. Alla violenza dei venti offrono riparo le vie anguste che, secondo l’insegnamento di Andrea Palladio, « non devono « riguardare per linea retta ad alcun vento, acciocché per quello non si sentino i « venti furiosi e violenti, ma con più sanità degli abitanti venghino rotti, scarsi, pur- LA LAGUNA E IL SUO RETROTERRA FLUVIALE. (Incisione in legno sul disegno di Cristoforo Sabbadino). (Museo Correr, cartolare III, C. G., n. 581). « gati e stanchi ». Immuni da polvere le vie, non turbate dal fastidioso romore di carri e di carrozze. Ma la mollezza del clima, lusingatrice di sensualità, la frequenza degli scirocchi e la temperatura umida e poco variabile, che fanno scorrere nelle vene sangue illanguidito, avrebbero dovuto render fiacca la fibra dell’uomo e inetta a tollerare diuturne e (1) Negli antichi tempi son ricordati per il gran freddo gli anni 568, 852, 1118, 1122, 1234. Nei secoli XV e XVI molte volte si agghiacciò la laguna, e qualche volta anche il canalgrande. La Cronaca Erizzo (Bibl. Marc. It. Cl. VII n. 56) alla data 6 gennaio 1432, scrive che fu « la ghiazza sì granda, sì grossa et sì dura, che per tutta Veniesia el se « podeva andar da Veniesia a Mestre per suso ». — Pietro Bembo (Hist. vinti. Vinegia, 1552, lib. I, pag. 37) e Domenico Malipiero (Annali Ven. cit. I, pag. 686) parlano del gran freddo dell’anno 1491. « A 10 de Zener— così il Malipiero — « è sta grandissimo fredo, tal che se ha agiazzà la laguna sì fattamente che si camina al seguro da Cannaregio a Mar-« ghera, et è sta conduto da Marghera in Cannaregio alguni manzi su per el giazzo ». — Nic. Franco (La Philera, Mantova, Ruffinelli, MDXLVII, pag. 168), scrive: «In mezzo i gran freddi ne sogliono le genti ritrar solazzo: mentre « i focosi giovani l’uno a l’altro le raccolte nevi trahendo et tra loro combattendosi et strascinandosi danno spettacoli « al popolo di piacevoli zuffe ».