382 CAPITOLO XI. « barete de seda e calze bianche »(l). Sulle calze era ricamata l’impresa della compagnia in oro e argento (2> « con ornamenti di variate gioie di prezzo »(3). Speciali e più ricchi distintivi aveva il costume del capo o signore di tali compagnie. Nel maggio del 1533, Agostino Quirini Stampalia, eletto signore dei compagni cortesi, comparve nella chiesa di Santo Stefano, conzada excelentissimamente, « vestito di sotto damaschin cremexin, « di zendado di sora et un manto di raso cremexin aperto su la spala destra, con « campanoni d’oro, et una cadena « d’oro grossissima al collo, qual «è di uno ciprioto, di valuta di « ducati mille; li altri compagni (inumerò 18, tutti questi zoè veli stiti damaschin cremexin a coli medo et becheto di veludo ne-« grò. Il Signor havea in testa una n bareta di veludo negro alla spali gnola, bassa, con uno bel zoielo « sopra, li altri barete di lana »(4). Sempre pronti a divertirsi e a divertire gli altri, i giovani compagni ordinano gli spettacoli, dirigono le feste, rallegrano i banchetti con canti e suoni, rappresentano commedie e perfin nelle chiese portano la giocondità e il buon gusto <5>. I compagni detti ortolani, nel 1518, diedero una festa in casa Pisani a San Pater-niano (6), un’altra ne allestirono, il 9 gennaio 1521, in palazzo Pesaro a San Benedetto, alla quale intervennero sessanta gentildonne, le prime e più belle della terra, e Pier Antonio di Sanseverino principe di Bisignano, che comparve in veste d’oro, ballò con la moglie del conte Giovanni Cosazza, sua cugina, e con una Priuli, moglie di un Diedo, dona Missima, nè baiò con altri. Dopo una settimana, gli stessi ortolani, per dare solennità all’ingresso del Bisignano nella loro compagnia, prepararono un'altra festa honoratissima in casa Venier a LO SCALCO. Particolare del quadro del Carpaccio - Il ritorno degli ambasciatori ». (Venezia, Accademia). (1) Sañudo, XII, 16; XIII, 483. (2) Da una Miscellanea della Libreria Pisani a S. Stefano (museo Correr, mss. Cicogna, n. 3278) possiamo conoscere le imprese e i costumi di alcune compagnie. Quella degli accesi, istituita da Alberto Badoaro, portava nel suo stemma un leone con un serpente attorcigliato al collo; i floridi avevano la calza destra metà scarlatta e metà paonazza, e la sinistra tutta verde; i reati la sinistra azzurra e paonazza, e il ricamo della calza rappresentava un cipresso col motto: Al ciet s'erga il dolce nome; la compagnia dei modesti aveva la calza color rosa secca. (3) Malespini, Ducenti* Novelle cit.. pag. 110. (4) Sañudo, LV1II, 182. (5) Nel 152*), la compagnia chiamata dei reali fece cantare, nel mese di maggio, solenni messe a Santa Marina. Nel 1564, in giugno, quella degli accesi, della quale era priore Geronimo Foscari, altre ne fece cantare in chiesa della Croce alla Giudecca. Museo Correr, mss. Cicogna, n. 3278. (6) Sañudo, XXVI, 278-79.