496 DOCUMENTI item contadi a messer Zuan Maria Mo-rexini savio de ordeni per lo metter in ordene delli palaschermi et fo per avanti, hebbeli dalli camerlengi per nome mio adì 9 mazo due. 75 vai L. 465 — Item contadi alla illustrissima signora duchessa de Ferrara scudi mille d’oro in più fiade comenzando adì 13 mazo fino adì 22 inclusivo a scudi cento al zorno, juxta l’ordene de Collegio, sono ducati 1088 g. 17 fu per zorni 10 continui................L. 6750 — (Arch. di Stato — Ufficiali alle Rason vecchie Notatorio Rrg. n.° 27, c. 188). F - LETTERE DI BEATRICE D’ESTE A LODOVICO SFORZA. I. Illustrissimo principe et excell.mo signore mio consorte observandissimo. Scripse heri sera ala signoria vostra de la gionta nostra in Chioza. Questa matina oldite messa in una capella serrata in uno salotto, dove io al-logiai, ala quale intervennero li cantori, et ne hebbe gran piacere spirituale, facendo meser Cordiere molto ben el debito suo, corno fece ancora heri matina, che certo l’è una consolatione a sentirlo fora de li altri. Da poi disi-nassimo, et ale XIII hore montassimo sopra li bucintori dividendone cum la compagnia sopra lo mezano et picolo, et sopra qualche gondole, che erano preparate per andare più securo, perchè el tempo era ancora alquanto turbido. La illustrissima madona mia matre se redusse sopra lo bucintoro picolo cum lo illustre signor don Al-phonso, madona Anna et me et alcuni pochissimi servitori: li altri de done et homini da concto restarono nel bucintoro mezano et in alcune altre gondole, et io montai anchora dapuoi sopra un’altra gondola cum io signor Heronymo, meser Vesconte et alcuni altri pochi per allezerire el bucintoro picolo, et andare nui più conzi, come ogniuno diceva che andariamo. Così posti a camino arrivassimo al porto de Chioza, dove comenzando ballare le nave, io haveva grande piacere a vederle, et per gratia de Dio non hebbe una alteratione al mundo. Ma scio dire ala signoria vostra, che li fu in la compagnia che temet-teno molto bene, tra li quali fuo el cavalero Ursino, Nicolò di Nigri, madona Helisabet: et anchora el signor Hieronymo, benché fusse stato sobrio, temeti anchora lui, ma niuno ha reso concto de questi, excepto madona Helisabeth al porto de Malamocho et lo cavalero Ursino. De li altri, et maxime de le done mie, aviso la signoria vostra che la magiore parte reseno concto. Hora in questo caminare, lo tempo se andò conzando tanto, che assai a bonhora gionsimo ala terra de Malamocho. Qui trovassimo circa XXIIII zentilhomeni cum tri piatti molto ben parati et posti ad ordine, cum quelli che potevano stare in un piatto intrassimo in uno benissimo parato et assettati honorevolmente in popa. Essendo alcuni deli zentilhomini intrati nel piatto nostro, uno meser Francesco Capello, vestito d’uno manto grande a la guisa sua de bracato bianco, raro de figure d’oro, hebbe una oratione de questa sententia: che havendo la illustrissima signoria sentito la venuta dela signoria vostra a Ferrara, per demonstrarli l’amore li porta li haveva mandato duy ambassatori a visitarla, poi sentendo la venuta de la ili.ma madona mia matre et mia a Venetia, haveva mandato a Chioza quelli altri zentilhomini per fare medesmo officio, et successivamente per aemonstrare magiore amore, haveva mandato loro a Ma-lomocho per receverne, et significare el gran piacere haveva la illustrissima signoria de la venuta nostra, la quale se testificarebe cum li effecti, notificando corno lo illus.mo principe et la signoria venivano in contra cum gran numero de matrone per receverne, abrazarne et honorarne, et appresso fece amplissime offerte. La ili.ma madona mia matre usò grande modestia cigliando ch’io respondesse, et secondo mi pareva debito, cedeti che la dicesse cum proposito de dire anchora io qualche cosa. Ma non hebbe più presto fornito de parlare la signoria soa, che commenzando a quello hebbe la oratione, et puoi li altri corsino a toccare la mane, come fecero el giorno i-nante, in modo non potè fare quello era Io desiderio mio se non per demonstratione. Se inviassimo verso Venetia, ed inante che gionges-simo a Santo Clemente, dove Io ill.mo principe ne expet-tava, ne venetino in contra dui palaschermi molto bene in ordine, quali ne salutarono cum trumbetti et schioppi de bombarda, et dreto a quelli venevano due fuste armate a tuta bataglia, cum alcune altre barche ornate a zardino, che facevano uno grande et bello vedere. Infinite barche de done et homini tutavia comparevano, quali ne acom-pagnarono a Santo Clemente: qui trovassimo uno grande pavilione coperto de panno, dove smontassimo, et essendo li vicino lo ill.mo principe, che ne expectava cum lo bucintoro suo, epso smontò cum la signoria, et venetine in contra fin al mezo del pavilione, dove ne recevete cum queste parole: che fussimo le ben venute, si corno e-ramo ancora grandemente desiderate, et che li illustrissimi signori duca mio patre et la signoria vostra non 1 poriano havere facto magiore piacere, corno a mandarne et che corno patre ne vedeva volontera, conio se vedano le fiole, remettendose poi a dire più oltra quanto li occor-reria per declararne l’amore, che ’1 ne porta. Fuo per la ili.ma madonna mia matre et per me rengraciata la ex-cellentia sua cum parole conveniente; et così aviandose puoi per intrare al bucintoro, lo ill.mo principe pigliò la ili.ma madona mia matre a mane drita, et me a mane senestra, et la illustre madona Anna appresso a me, appresso a la illustrissima madona mia matre el marchese de Mantua et lo signor don Alphonso, quale marchese comparse cum el principe, et così venendo sopra lo bucintoro, andassimo la illustrissima madona mia matre, io et madona Anna per due schiere de damiselle dreto al principe, tocando le mane a tute, poi assettati in popa cum medesimo ordine che intrassimo, tute le done de la compagnia andono a tochare la mane al principe, et assettate se missemo a camino, nel quale comparseno poi altre galee ornatissime, fuste, barche et barchete infinite, et fra l’altre comparse una fusta, che haveva in popa la representatione de Neptuno et Minerva assettati, Nep-tuno cum lo tridente in mano, Minerva cum el dardo, per scontro li era un monte quale haveva in zima una rocha, sopra la quale erano l’arma del papa, de lo illustrissimo signore nostro, et de la signoria vostra, et de la illustrissima signoria. Saltò Neptuno cum balli et schambietti, sonando alcuni tamborini et ballato un pezo cum scamb etti, vene può dreto Minerva facendo el simile, et acostandose ballorono insiema: puoi Minerva dedi del dardo nel monte, et salite fora una oliva: Neptuno dedi del tridente, et salite fora uno cavalo. Ce erano alcuni alato al montè cum libri, quali significaveno el judicio se doveva dare, del' nome se haveva mettere a