LA NUOVA CULTURA 24! famiglia Venier, e quivi ebbe la prima educazione sotto la guida di Niccolò da Legnago e di Macario da Camerino. Si fe’ presto notare per l’ingegno e per l’amore agli studi, e cominciò a quindici anni con un lavoretto, Memorabilia Deorurn Dearumque, seguito dall’ Itinerarium Terrae Firmae, illustrato da schizzi a penna, dai Commentari delle guerre di Ferrara, dal De origine, situ et magistra-tibus urbis Venetae, dalle Vite dei dogi e dalla Spedizione di Carlo Vili in Italia. Ma, riconoscendo come all’atto in cui la storia si svolge non sia possibile scriverla, prese il partito di annotare giorno per giorno gli avvenimenti in quei Diari che assicurarono al suo nome gloria imperitura. Tanta mole di lavoro non gl’impedì di attendere agli uffici pubblici, di partecipare alla vita lieta del suo tempo, di occuparsi di poesia. Camerlengo a Verona nel 1501, frequentò i convegni letterari e le brigate eleganti, amò e celebrò in rime Laura Benzoni-Schioppo, come sette anni prima aveva corteggiato la poetessa Girolama Corsi-Ramos, che fu ritratta dal Carpaccio. Ritornato a Venezia, si ammogliò nel 1505 con Cecilia Priuli, vedova di Girolamo Barbarigo, e nella quiete della sua casa, che sorge ancora sulla fondamenta del miglio a San Giacomo dall’Orio, tra le cure domestiche, non sempre agiate, e le pubbliche, non sempre liete, continuò indefesso i suoi Diari, che vanno, in cinquantotto volumi in foglio, dal primo gennaio 1496 a tutto il settembre 1533. Per questa grande opera ebbe dal consiglio dei dieci una provvigione di centocinquanta ducati l’anno, ma — scrive il Sanudo stesso nel suo testamento — zuro a Dio è nulla alla grandissima fatica ho fatto <*>. Alle lettere e alle scienze e specialmente all’arte dello storico fu di valido aiuto la filosofia. L’opera innovatrice di Almorò Barbaro fu continuata da arditi intelletti, primo il Pomponazzi. Le dottrine di Aristotele, non ottenebrate dai commentatori, convenivano allo spirito pratico dei veneziani, ma la raffinata cultura e la mutata forma del vivere richiamarono in onore le dottrine della filosofia platonica. 11 culto di Platone, con devoto ardore iniziato dal Petrarca, ebbe il suo altare in Firenze, il suo sacerdote in Marsilio Ficino ; ma anche sulla cattedra di Padova, insieme con la filosofia di Aristotele, Niccolò Leonico Tomeo aveva cominciato, nel 1497, a spiegare quella di Platone (2); Sebastiano Erizzo ne traduceva i Dialoghi (1557), e Dardi Bembo ne trasportava dall’originale nella nostra lingua tutte le opere (1601). Andavano scemando, con la prosperità dei commerci, le lunghe e ardite navigazioni, ma gli studi attinenti alla nautica, alla geografia, all’astronomia, alla matematica non (1) Dopo la morte del Sanudo (4 aprile 1536), I Diari passarono in proprietà dello stato, e furono gelosamente custoditi in una stanza segreta del consiglio dei dieci, tanto che se ne perdette quasi la memoria, e il doge Marco Fo-scarini ne lamentò la perdita. Ma, nel 1784, Francesco Donato, ultimo storiografo della Repubblica, li scoperse e li fece ricopiare. L'opera sanudlana fu incominciata a pubblicare nel 1879 dalla Deputazione veneta di storia patria e fu compiuta nel 1903. (2) Mabilleau, Étude hist. sur la philosophie de la Renaissance en Italie (Cesare Cremonini), Paris, 1881. PIETRO POMPONAZZr. (Dalla « Dissertatio de Pomponatio J. A. Oleari! », Jenae, 1709). 1 R ioi •ode |a“S ---1 -- l UNO STUDIOSO. (Dalle «Settanta Novelle» di Sabadino degli Alienti, Venezia, 1510). Molmenti, La Storia di Venezia nella Vita Privata — P. 11. 16