194 CAPITOLO VII. Memmling, di Alberto van Ouvater, di Gioachino Patenier, di Gerolamo Bosch, di Jacopo de’ Barbari. Ma le due cose di maggior pregio erano la statua di Marco Agrippa, che stava sul pronao del Pantheon, e un breviario miniato da artisti fiamminghi , dalle stanze ornate di pitture di Francesco Salviati, di Camillo CARPACCIO — L'AN NUNZI AZIONE. (Venezia, Accademia). Mantovano, di Giovanni da Udine. L’atrio a colonnati era pieno di busti, d’iscrizioni, di frammenti antichi, e i vestiboli e le sale tutte un museo di sculture antiche, gran parte delle quali passarono ad arricchire raccolte straniere, dopo la fine della Repubblica. La finissima ricerca d'un gusto educato alle cose dell’arte, la curiosità estetica e la passione archeologica, si rivelavano anche nelle case di taluni mercanti facoltosi, che (1) 11 Thausing e Giovanni Morelli ritengono autore principale de! breviario Giovanni Gossaert, chiamato Mabuse. iCfr. la nota del Frizzoni nella Nottzia di opere di dis. cit., pag. 204). Altri critici più recenti, quali il Fierens-Ge-vaert, ne credono autori il Memmling e la scuola dì Gerard David. Il Durrieu (La miniature flamande au temps de la Cour de liourgogne, Bruxelles, 1921, pag. 35 e 64) propende per l’officina di Bruges dei Bening; non senza rilevare.che « ce* • miniature« sont une production collective de plusieurs collaborateurs aux tendances varìées, et ne paraissent méme pa> « avoìr apparterai tout-ù fait il la méme generation ». (2) Non da Giovanni da Udine, come generalmente si crede. Scrive il Vasari nelle Vite degli Zuccheri: « Adornj • (Federigo) al patriarca (Grimani) le sale del suo palazzo di Venezia di fìgurette, poste con molta grazia dentro a .certi « ornamenti di stucco *.