288 CAPITOLO IX. ziane parevano per ciò al canonico Pietro Casola, per la maggior parte, piccole « perchè « quando non fossero cosi, non userebbero le zibre, aliter pianelle, tanto alte quanto « fanno; che invero ne ho veduto qualche paro, che sono alte almeno mezo brazo « milanese e tanto alte che portandole alcune pareno giganti » <■>. Dopo un secolo circa, il Garzoni faceva la stessa osservazione sugli zoccoli che « davano grandezza tale che « per la piazza di San Marco pareva veder le nane convertite in gigantesse » <2). L’altezza di tali calzature impediva il camminare spedito, così che le donne molte volte cadevano, sconciandosi malamente, onde ebbero bisogno di essere sostenute dalle BARTOLOMEO E GRAZIOSO BONTEMPELLI, MERCANTI DI STOFFE ALL’INSEGNA « DEL CALICE ». Particolare di un quadro d’altare. (Venezia, chiesa di San Salvatore). fantesche. Di queste, altre facevano corteggio, e quanto più lungo era il séguito tanto più era considerata la padrona. La canzone popolare sulle rilassare ricorda tale usanza : Compagnar po le patrone Co le va fuera de chà, Sol le Fante a questo è buone, Chiaramente ognuno il sa, Et chi più drieto ghe ne ha. Più da conto e degne pare <3). (1) Casola, Viaggio cit., pag. 14. (2) Garzoni, Piazza cit., pag. 823. (3) Canzone della congiura che fanno le massare cit., ed Mengliini. SANTE PERANDA — (Fot. Salviati).