424 CAPITOLO XII. «JmcpflutT? riinetSé per Oif«ufanut» ilbirrurfu? f otoftm prue fa n 1505 oi< 10 fcbzuarii.iti priniVgio n*«i(nÌliii)iiDonii»)ù ÌlfiKtwuifi) cp (tullii3 pofl'tt cantimi 5*iyuraculn imprimere fub pena In ipfo piiiiikgio connota. rt<0t*ri!5 a*S£©£fj0r>5lHldb ÌlOIbCttSttl* Omm’e quatcrni. In queste cantate i tentativi incerti di formazione artistica si andavano a poco a poco abbandonando: la polifonia, congegnata secondo le regole del contrappunto, si avviava verso la melodia, ossia la voce, accompagnata da uno 0 più stromenti. Ma non ancora appaiono le forme del melodramma, nè si può credere che l’inventore ne sia lo Zarlino, che vestì di note musicali la favola d’Orfeo (1), e neppure il modenese Orazio Vecchi, autore dell’Amfìparnaso, rappresentato a Modena nel 1594, specie di opera comica, con azioni pastorali, di stile madrigalesco. Spetta veramente a Firenze e alla camerata del conte Giovanni Bardi del Vernio la gloria di aver creato nel 1594 il melodramma con la Dafne di Ottavio Rinuccini, posta in musica da Jacopo Peri. Della Dafne nulla più resta, ma rimane degli stessi autori l’Euridice, rappresentata nel 1600, che è la prima manifestazione di un’arte derivata dalla tragedia greca, in cui si annunziano le nuove forme musicali con la significazione armonica della parola (2). MARCA DI OTTAVIANO PETRUCCI. PAOLO VERONESE — LA MUSICA. Nel soffitto della Libreria vecchia a Venezia. (1) Caffi, op. cit., vol. I, pagg. 140, 141. (2) La Dafne d’OTTAVio Rinuccini, rappresentata alla Sereniss. Gran Duchessa di Toscana dal signor Jacopo Corsi, Firenze, appresso Giorgio Marescotti, MDC. Cfr. Solerti, L'origine del melodramma, Torino, 1903, pag. 40 e segg., e Biaggi, La musica nel sec. XVI (in « La Vita it. nel Cinquecento», conferenze, Milano, 1894), III, pag. 583.