LA PITTURA NEL PIENO FIORE ECC. 109 fu rapita in età di trent’anni. Quello che agli Uffizi si mostra come l’autoritratto di Manetta, ritta presso un cembalo, con in mano un libro di mottetti, è una figura dalle volgari sembianze, mal disegnata, mal dipinta, mal ritoccata, la quale non rappresenta certamente la figlia adorata del Tintoretto. Dopo l’acerba —-r . morte, l’ombra del dolore si addensò sulla fronte del pittore, il quale Jtct&nu aveva, non meno nel dipingere che nel fare, alcunché di simile a Michelangelo. Parlava poco e non di rado aspro, anche verso i potenti; rifiutò il titolo di cavaliere da Enrico III; non sapeva adulare nè infingersi, e fu uno dei pochi TIZIANO — LA MADONNA DEL CONIGLIO. (Museo del Louvre). che abbiano risolutamente affrontata la malvagia autorità dell’Aretino, al quale tutti guardavano tremando (1). Con gli amici conversava affabile e piacevole; con gli sciocchi e i malevoli usava rudi e brevi parole, talvolta frizzi pungenti che proferiva con tutta la serietà (2). La severità dell’animo di Jacopo, si esprimeva nel volto accigliato, (1) Notissimo è l’aneddoto narrato dal Ridolfi. Pietro Aretino aveva sparlato del pittore, il quale, incontrato per istrada il terribile maldicente, lo invitò a casa sua per farne il ritratto. Vi andò l’Aretino e, postosi appena a sedere, il Tintoretto, con volto irato trasse un coltello a due tagli (pistoiese) di sotto la veste, onde messer Pietro spaventato incominciò a gridare, nè si acquetò finché non s’accorse che Jacopo non voleva ferirlo, ma fargli soltanto uno scherzo ammonitore, prendendogli col pistoiese la misura della persona. L’Aretino non ebbe più ardire di sparlare del pittore, e gli divenne amico. (2) Molti altri aneddoti sul Tintoretto sono raccolti dal Ridolfi. Arguti i due seguenti. Una volta si presenta al Tintoretto un uomo strano e bizzarro, per farsi ritrarre, e non rifinisce di raccomandargli di farlo in una stravagante positura, essendo egli uomo bestiale. Il Tintoretto gli rispose seccamente: Andè dal Bassan a farve ritrar. II Bassano era da tutti conosciuto come un eccellente pittore d’animali. Un’altra volta, quando stava lavorando al gran quadro del Paradiso