LA NUOVA CULTURA 225 «la Zudeca degni mercadanti » <*>; nè Bartolomeo Ricci di Lugo (n. 1490), illustre grammatico, che fu più anni ospite di Giovanni Cornaro, e maestro dei figli di lui, Luigi, divenuto poi cardinale, e .Marcantonio <2). Frate Valerio Faenzi conduceva i suoi discepoli a passeggio e a onesti diporti <3>, e con le lezioni peripatetiche l'amabile precettore avvalorava insegnamenti e consigli con quel chiaro senso della realtà che dànno le cose vedute coi propri occhi. Innanzi di recarsi allo studio di Padova, i giovani patrizi ricevevano in patria la prima cultura umanistica, e del loro profitto negli studi davano pubblici saggi: n’è un esempio Antonio Mocenigo, discepolo di Raffaele Regio, che, nel novembre del 1514, tenne, diciassettenne appena, nella chiesa di San Moisè RETTORI E BIDELLI DELLO STUDIO DI PADOVA. (Dall’opera « Diversarum nationum habitus* di Pietro Bertelli). una orazione de laudibus cloquentiae, dinanzi a un eletto uditorio, in mezzo al quale si notavano gli ambasciatori di Francia e di Ferrara (4). Risonò, nelle scuole di Venezia, anche la parola di maestri d’altre nazioni, e non va dimenticato Marco Antonio Muret, nato nel 1526 a Muret presso Limoges, che emigrò nel 1554 alle lagune, dove insegnò pubblicamente in un convento di frati minori. Anche i patrizi salivano sulle pubbliche cattedre, con esempio senza riscontro nella storia d’ogni altra aristocrazia. Ogni anno in novembre nella chiesetta di San Bartolomeo, solevasi iniziare solennemente un corso di lezioni col discorso di un no- (1) Libri, Hist. des sciences niathém. en Italie, Paris, 1838, t. IV, pag. 85. (2) Tenuti molto in pregio nelle case patrizie furono anche Andrea Menio bresciano, professor de studi/ de gra-malica, e che di grammatica compose alcune opere (1497), Giovanni Aurelio Augurello, Giovanni Bernardo Regazzola, Rafaele Regio, Giovita Rapido, Orazio Toscanella, autore delle Istituzioni grammaticali (Venezia, Giolito, 1567). (3) Valerio Faenzi era accademico della Fama e, scusandosi con uno dei preposti di non poter intervenire a un’adunanza. scrive: « Piacerà alla vostra magnifìcentia dir all’ecc.mi Signori Accademici che per oggi habbino verso di me « compassione se io, et per obbligo dell’ofTido mio et per desiderio di spasso, vado a San Secondo con gli miei discepoli >. Cicogna, Iscr., VI, 860. (4) Sanudo, XIX, 278. Mol.menti. La Storia di Venezia nella Vita Privala — P. II. 15