160 CAPITOLO VI. si andassero perdendo, le stoffe veneziane conservavano ancora così eleganti disegni e sì mirabili colori da poter combattere, non senza fortuna e con molta lode (1), la moda sempre più viva dei tessuti d’Oriente, dei tappeti e delle stoffe persiane (2), e dei velluti di Scutari, coi quali comunemente si facevano cuscini all’uso orientale, da porsi sugli scanni lungo le pareti, come negli harèm <3>. Durò più a lungo la floridezza dell’arte della lana, che sino alla fine del secolo XVI ebbe una produzione annua di circa ventottomila pezze, dando lavoro a ben ventimila persone. Dopo aver ottenuto, con decreto del maggior consiglio del 5 luglio 1306, di trasferire nuovamente la sua sede da Torcello a Venezia, l’arte divenne assai ragguardevole SCUOLA DI PIETRO LONGHI - DAMA VENEZIANA DEL SEC. XVIII DAVANTI A UNO SCANNO CON TAPPETO SCUTARINO. (Berlino, collezione Sarre). (Fot. Bruchmann). per bontà di prodotti e per larghezza di utili <4). Ebbe varie scuole sparse per la città, (1) Il Garzoni enumera le tele ad occhietti, a scacchi ad amandole, a punte di diamanti, rigate, a denticelli, a spina, a uccelli finti e a rose e viole che sembrano naturali, le imitazioni del satin di Bruges, le stoffe d’alto liccio e i velluti fini figurati in vari modi, i rasi e i damaschi vellutati con disegni, con groppi, con animali, con rosoni di velluto, i broccati d’oro, i cordoni, le frange, i fiocchi, le fettucce, i bottoni di ogni forma, le calze, i legacci, i guanti di seta. Il velluto chermisi a due spessori, che si tesseva per i dogi e i procuratori, è riprodotto nei ritratti di Tiziano e dei suoi contemporanei, e fu imitato da Alessandro Vittoria, che ne rifece il suo rilievo velloso nei due busti dei Duodo, ora alPAccademia veneta. Altro esemplare di stoffe è il damasco rosso della veste di un personaggio nel quadro di Paris Bordon, La consegna dell'anello, e il broccato a riquadri che indossa il Veronese nell’autoritratto del quadro La cena in casa di Levi. (2) Nell’ospedale della città di San Giminiano è custodito un tappeto da tavola di lana di cammello, tessuto in Persia per Venezia nel secolo XVI. Nel Kensington museum si conserva un mantello, o meglio piviale (ora ridotto in forma di dalmatica), donato dallo shià Abbas nel 1600 alla Repubblica di Venezia. (3) Tale uso è dimostrato da un quadro della scuola di Pietro Longhi, nella collezione Sarre di Berlino, che rappresenta una dama veneziana del secolo XVIII in costume turco. Sopra uno scanno della stanza è disteso uno di quei tappeti scutarini, molto in voga nel secolo XVI, e che nell’Asia Minore continuarono a fabbricarsi per Venezia sino al Settecento. (4) Monticolo, La sede dell'arte della lana in Ven. nei sec. XIII e XIV, in « N. Arch. Ven. », a. 1892, t. Ili, pag. 357.