136 CAPITOLO V. « — 1 veste de sarza verde facta roana per uso de Margarita — una scufia stricà d’oro per « Margarita ». Le semplici consuetudini domestiche della maggior parte dei pittori, veneziani per nascita o per dimora, trovavano un riscontro negli ordinamenti della loro vecchia confraternita, che conservava l’aspetto e l’atteggiamento di una famiglia. Vincenzo Catena, col suo testamento del 15 aprile 1530, oltre a molti pii legati ad artisti poveri, lasciò una somma per costruire, sotto la protezione di San Luca, la scuola dei pittori, i quali tenevano da prima le loro adunanze nella chiesa dedicata a quel santo. La scuola sorse in calle sporca a Santa Sofia, e sul prospetto fu murata una lapide, che è conservata nel seminario e porta scolpito San Luca e il bove con questa iscrizione: PICTORES ET SOLUM EMERUNT ET HAS CONSTRUXERUNT AEDES BONIS A VINCENTIO CATENA PICTORE SUO COLLEGIO RELICTIS. MDXXXII. Nelle assemblee della scuola, i maestri più insigni si trovavano accanto ai doratori e ai cartolai, chiamandosi tutti senza distinzione fratelli; nè Tician da Cador depentor, nè Bordon Paris figurer sdegnavano per collega un coloritore di scanni e di cassoni; e Vittore Belliniano, Rocco Marconi, Domenico Tintoretto ebbero a colleghi, nell’ufficio di presidenza (banca), mastro Domenico Draghia coffanèr, e maestro Piero di San Basso cortinèr. Rimaneva più di un vestigio del buon popolo vecchio in questa età, già tra-sformantesi al contatto di gente varia e di molli costumanze PAOLO VERONESE — PARTICOLARE DEL QUADRO « LA CENA DI EMMAUS ». (Museo del Louvre).