200 CAPITOLO VII. intorno, la più favorita (l), perchè vicina alla dominante, come in appresso le sponde della Brenta, poco distanti da Fusina (2). Dalla fine del secolo XV a tutto il seguente fu un gran fabbricare di ville. Le vecchie e modeste case di campagna, con la colombaia sul tetto e il pollaio allato <3>, si trasformano in palazzi ornati con magnificenza. Dov’e-rano campi arati appaiono giardini, ridenti di laghetti, di fontane, di giochi d’acqua, di statue, di fiori, di verzura. Intorno al modo più conveniente di costruire e ornare una villa scrisse quel bizzarro ingegno di Anton Francesco Doni, che potè godere l’ospitalità dei signori veneziani e trascorse gli ultimi suoi anni a Monselice, in una bellissima villa, LA STATUA DI MARCO AGRIPPA. (Venezia, museo archeologico). probabilmente dei Malipiero. Il Doni distingue cinque specie di ville: da principi o di spasso: da gentiluomo o di ricreazione; da mercante o di risparmio; da artigiano e da contadino, o d’utilità. Modello di villa da gentiluomo era quella di Francesco Morosini a Noale, lieta di chiare acque, scorrenti tra florida verdura. Per un’ampia e bella entrata si giungeva a un cortile: da un lato un loggiato a colonne metteva all’appartamento, con camere per i forestieri e una loggetta con larghi finestroni <4). Era di Federico (1) Malespini, Duecento novelle cit., nov. LI1II, P. II, c. 185. (2) La Brenta quasi Borgo della città di Venezia, luogo di delizie dei Veneti patrizi delineato e descritto da P. Coronella — Delle delizie dei fiumi Brenta espresse nei palazzi e casini situati sopra le sue spande dalla sboccatura nella la guna di Venezia fino alla città di Padova, disegnate ed incise da G. F. Costa, 1750-1762. (3) Vedi la vignetta neU’edizìone del Crescentio, De Agricoltura, Venezia, 1495. (4) Doni, Attavanta, Villa, Firenze. 1857, pag. 36 e segg.