Capitolo IX. IL TIPO DELL’UOMO E DELLA DONNA LE VESTI E GLI ABBIGLIAMENTI La poesia e la prosa, fiorite senza profumo e senza vividi colori, sulle rive della laguna, non rappresentano con efficacia le sembianze umane. Qualche figura è vigorosamente dipinta nelle pagine di scrittori, non letterati di professione, e nelle relazioni degli uomini politici, ma i periodi contorti dei prosatori dotti e i versi fiacchi dei poeti artificiosi formano uno strano contrasto con l’animo dei magistrati, dei guerrieri, dei cittadini. L’artificio dei concetti e della forma giunge all’eccesso più fastidioso specialmente in un libro che, per compenso, è illustrato con stupende incisioni : il Sogno del Polifilo. Dello stile di questo scrittore, gravemente affannoso, vólto in parodia dall’Aretino nel Marescalco e dal vicentino Camillo Scrofa nei Cantici di Fidentio, saranno esempio sazievole poche righe. L’amata dal Polifilo ha « nitidissima et delicatula carne et lactea cute... «ampi fianchi... delicatamente tumidulo pecto... pudico alvo cum grato tumento... re-« sistente et tremule nate, rotundo et piccolo ventre... distese bracce, longe mane, or-« nate di subtili et tornatili digiti, cum longiuscule surrubicundule, et lucide ungue, « drito et gallateo collo... spatioso et delitioso pecto... bianchissima gola... La biondis-« sima testa, cum explicata et soluta capillatura sopra el gratioso collo effusi li tortuli « et renidenti crinuli, copiosa appareva vedendose non altramente che subtilissimi fili •«d’oro, inconstantemente rutilanti» (l>. La bellezza femminile è Iodata, esaltata, ma descritta secondo un tipo prestabilito, che lascia indeterminata la persona, anche dai poeti più celebrati, quali Pietro Bembo, Andrea Navagero, Celio Magno, ne’ quali il psicologismo petrarchesco si cristallizza in vacue forme. Soltanto qua e là hanno qualche fuggevole finezza di concetto e d’im- IL TIPO DELLA DONNA NELL’ARTE. GIOVANNI BELLINI — MADONNA. (Venezia, Accademia). (1) Hypnerotomachia cit., 1499, segn. I, 4 e 5.