150 CAPITOLO VI. mosaicisti di San Marco, e gli specchi greggi per la spianadura e lusiradura agli spec-chieri veneziani, che avevano due scuole, una ai Gesuiti, l’altra a San Giuliano. L’arte degli specchi raggiunse la sua perfezione in sull’aprirsi del Cinquecento, nel qual tempo (19 maggio 1507), i fratelli Andrea e Domenico Dal Gallo presentavano una supplica al consiglio dei dieci per poter fabbricare essi soli specchii de vero cristalin, cossa preciosa et singular <*>. Un privilegio per grandi specchi di cristallo ottennero, il 22 giugno 1591, Benedetto Usanze e Bernardino Bigaglia (2). Non poco onore meritò la figulina che aveva tradizioni romane. L’arte del vasaio PAVIMENTO DI FORMELLE DI TERRA DIPINTA E INVETRIATA (1510). (Venezia, chiesa di San Sebastiano). (scudeleri e bocaleri) continuò nell’età di mezzo coi vasi fittili e le stoviglie di terra cotta inverniciata. La ceramica faentina, con la limpida invetriata, che Luca della Robbia non inventò ma applicò alle sue opere di scultura <3>, vanta bellissimi saggi anche in Venezia. Con terrecotte invetriate della bottega dei Della Robbia fu rivestito il cielo di una cappella nella chiesa di San Giobbe, tra il 1450 e il 1470; e, verso Io stesso tempo, era forse di artefici faentini il pavimento, del quale non resta più traccia, della chiesa nell’isola di Sant’Elena, formato di quadrelli, ciascuno con un’aquila, di turchino in campo bianco, e col nome dei patrizi lustiniani (4). Rimane ancora, prezioso monumento della ceramica, (1) Cicogna, Iscr., VI, 841. Nell’ottobre del 1506 la marchesa Isabella d’Este ordinava a Venezia specchi di cristallo bellissimo. Bertolotti, op. cit., pag. 1009. (2) Roman in, VI, 447, n. 1. (3) Migeon, La Céramique ¡tal., in « Hist. de I’Art •, Paris, Colin, 1908, t. Ili, pag. 285. (4) L.AZAR1, Noi/zia delle opere d’arte cit., pag. 77.