394 CAPITOLO XII. buffoneria, e vien citato il Panegirico d’un anonimo dell’anno 1497, per le nozze di un Pisani, dove son descritti ludicra spectacula, que « bombariam » vulgus appellai, ne’ quali facevano comparsa numi ed eroi della mitologia. L’azione, ristretta dapprima a una sola persona, che doveva con le parole e con l’azione rallegrare le brigate nuziali, si andò ampliando e trasformando in uno spettacolo, per lo più muto, con vari personaggi, che, simile alle processioni ideate da Lorenzo de’ Medici, alle rappresentazioni allegoriche di Milano, di Mantova, di Urbino e di altre città, traeva ispirazione dalla mitologia e dalle fonti dell’arte antica. Beatrice d’Este, sposa di Ludovico il Moro, trovandosi a Venezia nel 1493, descrive in una sua lettera una momaria rappresen- VE imTRYH COMSEVJ « UN PALCO TEATRALE DEL SEC. XV. PALCO TEATRALE VENEZIANO DEL SEC. XV. (Dal «Terentlus», Lione, Trechsel, 1493). (Dal »Terentius*, Venezia, Simon da Luere, 1497). tata nel palazzo ducale, che voleva significare, con figure allegoriche, l’alleanza tra i Veneziani e il duca di Milano (,). Due anni dopo si festeggiò la lega contro Carlo Vili con altri spettacoli scenici, menzionati dal Commines, il quale accenna a grand nom-bre de mystères et de personnages (2>. Il 14 febbraio del 1498, il mercante fiorentino Bartolomeo Nerli e alcuni suoi concittadini, che dimoravano a Venezia, vollero celebrare con pubbliche allegrezze la tregua avvenuta tra Francia e Spagna. Dalla casa del Nerli uscì una mascherata o momaria, così descritta dal Sanudo: • 8 homini a (fare una mascherata) e il francese moderno mòmerie (nuimmertschanz), trascurando l'italiano momaria, che va aggiunto. Non è il caso di pensare al greco »«Min#»«*, contratto utnorum, che vuol dire imitare, donde l'italiano mimo, pantomima; ma in greco c'è m.m«©««», che significa vituperare, biasimare, deridere, e «"">««;, biasimo, beffa, da cui viene il nome del dio Monto. Net dialetto veneto abbiamo poi il vocabolo marno, che vuol dire sciocco, scimunito. Le momarie furono anche dette bombarie, forse dalla voce veneziana bomba, italianamente bubbola o baia, per cui il modo di dire sbarar de te bombe significa far sparate, esagerare e narrar cose incredibili. (1) Vedi Appendice. Documento F, lett. III. (2) Mimoires cit., lib. VII, pag. 218.