AUTORITRATTO (?) DI GIOVANNI ANTONIO RE-GILLO, DETTO IL PORDENONE. (Firenze, Uffizi). ■¿tLoTVs* P-'s/s fondi di paese di alcuni suoi quadri. Egli cercava la pace nel villaggio di Lovadina, nella sua chaxeta de muro coperta de copi, come scrive di sua mano in una denunzia per estimo del 16 gennaio 1537. E in un’altra denunzia parla ancora'della « caxeta in la « qual parte ne abitto mi Paris, in laltra lo vilan «che governa li campi». Non si stette fra’ termini della patria la fama del pittore, di cui corse grido anche in paesi lontani, e fu chiamato, circa nel 1538, alla corte di Francesco 1 <*>, che era ancor piena dei ricordi di Leonardo da Vinci, morto diciannove anni prima. Ivi — e non occorre cercare conformità fra i due ingegni, tra i quali troppo grande è il divario — il pittor trevisano deve aver richiamato il ricordo di quel sommo. Anche in Paris il valore della pittura andava congiunto a quello della musica, e la nobiltà dell’aspetto con la eleganza e la dignità del costume. Ritornato a Venezia, ripigliò il suo lavoro fecondo, « con comodità, quietamente», scrive il Vasari, che certamente lo conobbe nella sua casa in corte del cavallo, presso la fondamenta della Misericordia, dove avevano stazione le barche dei trevisani <2>. Mori il 19 gennaio 1591, e fu sepolto nella chiesa di San Marcilian (Marziale) a Venezia. Jacopo da Ponte, chiamato Bassano dal paese ove nacque nel 1510, dopo aver appreso dal padre i rudimenti dell’arte, andò a Venezia, ma ritornò presto al luogo natio, dove la pacifica casa gli fu allietata dalla moglie amorosa e da quattro figli, anch’essi pittori egregi. Era Jacopo tanto modesto da preferire il soggiorno della sua Bassano all’invito di Rodolfo II, che lo voleva alla sua corte. Intento, com’era, a studiare quella LA PITTURA NEL PIENO FIORE ECC. 117 (1) Il Bordon fu anche invitato dai Fug-ger in Augusta di Baviera, dove dipinse quei ritratto di Girolamo Crofft, che appartenne alla collezione di Luigi XVI ed è ora al Louvre, e porta la data del 1540. (2) A Venezia il Bordon abitò a San Giuliano fino al 1518, poi a San Moisè fino al 1520, quindi alla Madonna delPOrto in corte del cavallo, cosi denominata perchè vi avea avuto dimora il Leopardi, autore, col Verrocchio, del monumento equestre del Colleoni. LORENZO LOTTO — RITRATTO DEL VESCOVO DE’ ROSSI. (Napoli, Museo nazionale).