LA NUOVA ETÀ 5 «patria» (1>. Il Sanudo scrive: «tutti pianzeva, niun si vedeva in piaza, li padri di co-« legio persi, e più il nostro Doxe, che non parlava et stava chome morto e tristo » <2). E il Da Porto: « A tante avversità non si sa per celere urgenza fare alcun provvedi-« mento... E già alcuni nobili veneziani, abbracciandomi e piangendo, mi hanno detto : « Porto mio, non sarete ogimai più de' nostri. E volendo io rendere loro la solita rive-« renza, mi dissero: ch’io noi facessi perciocché eravamo tutti conservi in una pote-« state et eguali: poiché la fortuna gli aveva ridotti a tal punto, che non ardivano di «stimarsi signori, nè più chiamare il loro Doge serenissimo... Tutta Vinegia in dieci « giorni è cambiata di aspetto, e « di lieta è divenuta mestissima, JL « molte donne hanno dimesso il « loro superbo modo di vestire. E « sì poco sono usi a tali percosse « i Viniziani che temono, non « ch’altro, di perdere anche Vine-« già»<3). Le calamità della guerra A sono descritte om ruzza etti- rX che un mercante. Martino Mer- ISUf 4 :.I>;..... * 1 • il iil > clic -¡mì 'i" w-nc/ia. -cud" fht in l'ra l'iuimpa W|l ff cristiana dopo aver descritto P \ la "Confitta di ( ihiaradadda, per ^^E3|r J ■'PP11 1/1"!! I -1K ¡ine città soggette a San Marco, continua- « Daooi la rota del chanoo PALMA il giovine : IL doge FRANCESCO venier 0554-1556) presenta V * A VENEZIA LE CITTÀ SUDDITE. « Che fo di 14 Mazo, non se ha (Palazzo ducale, sala del Senato). « auto una bona nuova, ma tute « ala roversa contrarie e inaledete.... Ogni zorno tute le jezie de questa tera fa pro-«zesion, portano el Croxefiso e chantano le litanie con molte done e ottieni driedo « tanto devotamente quanto vedesti mai; le done tu non le vedi più vestide chome le « andavano, ma tutte alla tonda, con le sue chandele in man et molte desse con le « lagreme ai ochi e sospiri e chiamarse in cholpa.... Charestia granda, che Idio, ze (1) Bonardi, Venezia e la lega di Cambray cit., pag. 239. (2) Sanudo, Vili, 266. (3) Da Porto, Lettere sloriche, Firenze, 1857, pag. 63. (4) Dalla Santa, La lega di Cambray e gli avvenimenti delia. 1509 descr. da un mercante veneziano contemporaneo (per nozze Zenoni-Politeo), Venezia, 1903; Commerci, vita privata e notizie politiche dei giorni della lega di Cambray (da lettere del mercante ven. Martino Merlini), in « Atti del R. Ist. Ven. », a. 1916-17, t. LXXVI, pag. 1547. (5) Nella lettera del 23 giugno 1509, il Merlini scrive si fratello; • Et avanti te diga altro, fradelo carissimo, cho- < menzero a dirte in poche parole e al modo se atrovano, perchè e son xerto serai desideroso de intender piui tosto le « nuove hochorse che faxende de marchadanti chè de quelle non se ne parla. Come tu sai, per le ultime mie te scrissi « che de qui se aparechiava un aspra et crudel guera per una liga fatta, e non vojo dir liga ma cruziata, contra • a questo povero stato, che mai per cristiani se a posuto unir et ligar contra turchi chani et infidelli una tal cruziata < chome i ano fato contra de noi poveri veneziani, che sempre siemo stadi, chome tuto el mondo sa, schudo e de-« fensori dela jexia e de tuta la christianità ».