LA PITTURA NEL PIENO FIORE ECC. 119 occhi navegante e barcarolo vicentino, il quale si obbliga di andare con la sua barca in Venezia «per levarvi di casa propria l’Eccellente M. Alessandro Vittoria scultore, e in-«sieme con questo la donna et i suoi di casa, et condurli sul Vicentino, overo al porto « di Vicenza»(l). Ritornò a Venezia nel 1577. Non avendo avuto figli dalla prima moglie, Paola Venturini di Tiarno di sotto in Val di Ledro (m.1556), nè dalla seconda, Veronica Lazzarini veneziana, che mori nel 1591, il Vittoria si dedicò tutto all’arte sua, alla amministrazione del suo patrimonio e alla cura della sua casa, posta nella calle della Pietà, a San Giovanni in Bragora, e che nel 1569 aveva acquistata dai patrizi Memmo, LA FAMIGLIA DI JACOPO DA PONTE, DETTO IL BASSANO (Firenze, Uffizi). per mille e dieci ducati, e aveva poi arredata con signorile eleganza. Fra molte cose d’arte, si notavano un ritratto di Tiziano del Veronese, un ritratto di costui dipinto dal figlio Cadetto, l’autoritratto di Jacopo Palma, dipinti e disegni del Tintoretto, del Parmigianino, di Jacopo Bassano, di Andrea Schiavone, e un quadro suazato con una Madonna di mano dello stesso Vittoria, che ci si rivela pertanto anche pittore <2>. E la mano che, con abilità inarrivabile, modellava la creta nelle forme più capricciose, si piegava a coltivare i fiori del giardino, AUTOGRAFO DI ALESSANDRO VITTORIA. (1) Predelli, op. cit., pag. 57. (2) Ibid., pag. 25 e segg. Vedi l'Inventario fatto dopo la morte del pittore (pag. 174).