392 CAPITOLO XI. francolini e i galli selvatici; vietate le trote e gli altri pesci d’acqua dolce, particolarmente quelli del lago di Garda (1), forse per favorire i pescatori deH’Adriatico. Per ridurre le cose sommariamente, per più chiara intelligenza de cadauno, una legge del 1562 coordinava ai vecchi provvedimenti i nuovi, ingiungendo che ai banchetti di nozze, come di compagnie pubbliche e private, « non si possi dar più che una man di « rosto et una di lesso, nelle quali non vi siano più di tre sorta di carne». Vecchi e nuovi decreti proibivano specialmente « le confection grosse, pignocade, pistachi, « calisoni, fonzi de Slavonia, oldani e confecti, spongade, figure, fructe de zucaro e « altre siffatte delicature <2), non permettendo che marzapani scalette e confeti me-« nudi » <3>. I cuochi e gli scalchi erano obbligati, prima di assumere il servizio in qualche casa, di far conoscere il nome del nuovo padrone ai provveditori sopra le pompe, ai quali dovevano poi riferir con giuramento tutto ciò che in occasione di feste si fosse imbandito nei banchetti. Se non avessero obbedito, c’era la condanna non solamente a grosse multe, ma alla berlina e alla galera, colli ferri alli piedi per huomeni di remo <4). I fanti dei provveditori potevano liberamente entrare nelle sale da pranzo e nelle cucine per vedere se la legge fosse rispettata <5). Nel 1512 (8 maggio) si decretarono severe pene o generosi premi, secondo il caso, ai servitori o ai cuochi, affinchè conducessero gli ufficiali della Repubblica nelle stanze della casa, nel giorno di speciali banchetti. E se qualcheduno dei famigliari, cosi sonava la legge, « o qual-« siasi altra persona s’intrometterà fra i nostri ufficiali, o li impedirà o li molesterà in « qualche modo, facendo uso di epiteti ingiuriosi, o scaglierà pani od aranci sulle loro « teste, come certe presuntuose persone hanno fatto,, i camerieri dovranno lasciare «immediatamente la casa ed avranno il loro salario intiero». Ma le leggi, con tutte le loro severità minuziose, non riuscivano che a indurre a far peggio. (1) Arch. di Stato, Senato, Terra, reg. 36, c. 135 t. e 136 t. (13 e 17 settembre 1549). Provv. alle pompe, Capi-tolare /, 21 genn. 1599 (m. v.). (2) Sanudo, XL, 752. — Leggi del senato del 1493, 1504, 1505, 1525, 1562. (3) J. Morelli, Operette cit., voi. I, pag. 149.— Le scalette (ciambelle) davano il nome di scaletteri ai ciambellai. (4) Parte diuerse et ordeni a stampa cit., pag. 7. (5) Mutinelli, Lessico Ven., pag. 322. MENSA POPOLANA. (Da « Le Vite dei Santi Padri*, Venezia, 1541).