AMORI, CONVERSAZIONI, FESTE, CONVITI 373 La sociabilità s’era fatta più viva, e la donna, tenendo lo scettro della grazia e dell’eleganza, presedeva ai crocchi di letterati e di artisti. Dopo il lungo silenzio dell’età di mezzo, l’arte del conversare, risorta in molte città italiane, fioriva pure a Venezia, e nel tempo stesso che filosofi, dotti, letterati, si adunavano nei solenni consessi, da cui nacquero le accademie, poeti, musici, artisti e cavalieri erano graziosamente accolti dalle più gentili dame nelle loro stanze sontuose, che furono il primo germe dei salotti. Qui i letterati e gli artisti disputavano degli argomenti più favoriti, i poeti recitavano i loro e gli altrui componimenti, i musici cantavano e sonavano, mentre nei caminetti crepitavano sugli alari massicci i grossi ceppi, o, nella dolce stagione, dai veroni a-perti sui canali entravano canti e suoni. Celebri i convegni, allietati spesso dalla musica, nella casa dei patrizio Antonio Zantani a San Tomà. Abilissimo nell’arte del disegno e dell’intaglio, dotto raccoglitore di anticaglie e di monete antiche (1), uno dei patrizi più noti per liberalità, ma sopra tutto fortunato per aver condotta in isposa nel 1536 una delle più oneste e leggiadre gentildonne di quel tempo, Elena Barozzi, celebre per l’amore, non corrisposto, che essa ispirò a Lorenzino de’ Medici. Appunto per essere più vicino all’amata e virtuosa donna, Lorenzino aveva abbandonata la sua dimora in Cannaregio a San Giobbe, per andare ad abitare un palazzo a San Polo. E sulla porta della chiesa di San Polo, quando usciva dopo aver ascoltato la messa, la domenica 24 febbraio 1548, fu ucciso dai sicari di Cosimo <2>. Irene da Spilimbergo, lasciato il castello avito, dopo che la madre Giulia da Ponte fu passata a seconde nozze, era stata accolta amorosamente a Venezia dall’avo materno Gian Paolo nel palazzo da Ponte a San Luca, e sedeva regina nei dotti conversari degli uomini illustri, che si raccoglievano intorno alla maravi-gliosa giovinetta, istruita nell’antica e moderna letteratura, sonatrice egregia di viola, di liuto, di arpicordo, cantatrice soavissima e lodata pittrice, allieva di Tiziano^3*. La morte, che nel 1559 la colse poco più che ventenne, troncò una grande speranza (4). (1) Lo Zantani è autore di un libro tulle medaglie dei Cesari, pubblicato nel 1548 con le incisioni di Enea Vico. (2) Ferrai, Lorenzino de* Medici cit., pag. 347 e passim.; Gauthiez, Lorenzaccio, Paris, 1904, pag. 352. La casa dove abitava Lorenzino sorgeva sul rio di San Polo, poco lunge dalla casa Zantani. Nella casa Zantani o Centani nacque nel 1701 Carlo Goldoni. (3) Fabio di Maniaco scriveva nella sua SI. delle belle arii friulane (Udine, 1823, pag. 245) che la sua famiglia, come erede di un ramo della casa di Spilimbergo, possedeva tre quadretti di Irene; i soli che restino, ma sono tre povere cose. (4) Nel Diario cit. di Gian Paolo da Ponte (Vedi addietro pag. 249, n. 3) si trova la notizia della nascita di Irene: « Yhs. M. 1538, adi 17 otubrio in Spilimbergo. Notto come Julia mia figlia consorte del sig. Hadriano de li icS DELLA NOBILTÀ DI DAME LIMI. Amorofina Grinuna*. m m artrair ---f--- r r r —»- -v-}0~~ ■ j > ■ — —2 Pjss T\--~ r rrr n --** 2- -w- t>* u - -2r-4-2 1“ ÖO--- - ---e--- intavolatura da liuto con la MUSICA DEL ballo « LA PAVANIOLIA ». (Dal «Caroso»).