Capitolo X. LA FAiWIGLIA Imali, che fino dai primi secoli avevano attentato all’ordinamento della famiglia, continuarono anche dopo che le classi sociali furono divise dalla riforma che diede allo stato avviamento aristocratico, ma non poterono disgregare la ferrea compagine del consorzio domestico. Il bene ha minore evidenza, ma talvolta potenza maggiore del male, e le famiglie oneste, buone, ordinate, furono sempre in numero assai 'prevalente. Nella trasformazione, portata dai nuovi tempi, la Repubblica stessa cerca di dare un più regolare assetto alla famiglia nella casa, abbellita di agi e di eleganze, ma le riforme erano accompagnate dalla cautela dei governanti, i quali pensavano che tanto è facile rompere l’ordine della vita di uno stato, quanto faticoso il ricomporlo. Per prevenire quindi ogni velleità di radicali innovamenti, il patriziato mantiene intatti i suoi privilegi, e il numero di coloro che n’erano dichiarati degni per nascita viene maggiormente ristretto.il 31 agosto 1506 s’intimò ai parroci, sotto pena di perpetuo bando, di denunziare nel termine di tre giorni, tutti i bambini nobili che avessero battezzato <’>. In pari tempo si volle che della nascita di un figlio di legittimo matrimonio, fosse data notizia, entro otto giorni, agli avogadori di comune, dal padre o dalla madre, o da due dei suoi più prossimi parenti, i quali dovevano dichiarare « el zorno del nascimento, et etiam quello esser de legitimo matrimonio na-« sciudo, specificando il nome primo e secondo de esso fiol », e il nome, la patria, le condizioni della madre (2). Questa importantissima deliberazione diede origine al Libro nascite dei patrizi. In forza di un altro decreto del 26 aprile 1526, il patrizio che avesse preso moglie, doveva presentarsi con essa, entro il termine di un mese, agli avogadori, con due parenti suoi e due di lei, i quali dovevano giurare « quella esser sua moglie « legittima et sposata con dechiarir la qualità del padre et condition di essa donna, (1) Sañudo, VI, 406. (2) Arch. di Stato, C. X, Misti, reg. 31, c. 62 t.