70 CAPITOLO IV. « bellezza, la magnificentia, nè la ricchezza »(1). I francesi, sempre più pronti a esaltare le cose proprie che le straniere, ne sono entusiasti; e nel 1480, un altro pellegrino di Terrasanta scrive: «Venise est une belle cité, grande comme la moitié de «Paris.... Et est la ville plus peuplée qu’on puisse gueres veoir... et il y a les plus belles « bouticles de toutes marchandises qu’on puisse gueres trouver... Sainct Marc est la chap-« pelle de la Seigneurie qui est la plus richement paincte que église du monde » <2). « La plus riche église que je veis oncques», aggiunge nel 1485 il pellegrino Giorgio Lan-guerant di Mons (3). E nel 1495, Filippo de Commines, ambasciatore di Carlo Vili, entrando nel canal grande esclama: « C’est la plus triomphante cité que j’aye jamais «veu»(4). Lo stesso entusiasmo nei tedeschi. Frate Felice Faber (1488) afferma essere Venezia la più bella città di quante furono da lui visitate, sia dentro, sia fuori della cri- SANSOVINO - LA LOGGETTA. stianità. Lo stupore gl’impedisce di descrivere degnamente i grandi e numerosi palazzi, segnatamente quello dei dogi e la basilica <5). Nel 1497, Arnoldo di Harff viene a Venezia, e prende alloggio nel fondaco dei Tedeschi. Il cavaliere, uscendo dal fondaco e passando per le strade strettissime, nelle quali si aprivano botteghe di farmacisti, di librai e d’altri negozianti, giunge alla chiesa di San Marco, splendidissima, e ammira la magnifica piazza e il campanile quadro e altissimo, sul quale, per una rampa si può salire fino alla cima anche a cavallo, come avea fatto nel 1452 l’imperatore Federico III (6>. «Nes-« suna terra si trova che rassomigli a Venezia», esclama alla fine del Quattrocento un anonimo poeta greco <7). Nel secolo seguente continua fervida l’opera dell’architetto e del muratore: si allargano talune viuzze oscure e sporche, si demoliscono catapecchie infette e cadenti, (1) Casola, Viaggio a Gerusalemme, cit., pag. 6 e segg. (2) Le voyage de la saincte cyté de'^Hierusalem fait Vari. 1580, publié par. Ch. Schefer in a Recueil de voyages et doc. pour servir à l’hist. de la géogr. depuis le XIII jusqu’à la fin du XVI siècle », t. II, 1882, pagg. 11-12. (3) Burges et Didron, Iconogr. du Palais Ducal, in « Annal. Archéol. », a. 1857, t. XVII, pagg. 69 e segg., 193 e segg. (4) Commynes, Mém. éd. B. de Mundrot, Paris, 1901, voi. II, pag. 208. (5) Faber, Evagatorium cit., pag. 432. (6) Viaggio in Italia del cav. Arnoldo di Harff di Colonia sul Reno, trad. da Alfredo Reumont in * Arch. Veneto », 1876, t. XI, pag. 394. (7) Lionello Levi, Un carme greco medievale in lode di Ven., in * Ateneo Veneto », a. XXV, 1902, voi. I, fasc.£2.