LA PITTURA NEL PIENO FIORE ECC. ìli Wiif' \ artista fu il fratello di lui, Benedetto, che gli fu spesso compagno di lavoro, e che, lontano da ogni ambizione, si compiaceva nel veder Paolo riportare la prima lode. Il Veronese, nelle Nozze dì Cana, ritrasse Benedetto che tiene in mano il bicchiere, di costa al gruppo dei sonatori, tra i quali lo stesso Paolo che suona il violoncello, Tiziano il contrabbasso, Bassano il flauto e Tinto-retto l’arpicordo. La sua famiglia e la sua patria d’adozione furono tanto care al Veronese da fargli rifiutare l’invito di Filippo II di andare in Ispagna. Più gli piaceva recarsi nelle ville dei patrizi, che lo accoglievano festanti, ma non vi dimorava a lungo, fuorché a Este presso la famiglia Pisani, alla quale si dice abbia ricambiato regalmente l’ospitalità col dono del quadro: La famiglia di l’autoritratto del tigretto. Dario ai piedi di Alessandro. Il 19 aprile 1588, (Firenze, uffizi), nella sua casa in parrocchia di San Samuele, Paolo moriva di pleurisia, contratta otto giorni prima a Sant’Angelo di Treviso, per essersi accaldato, seguendo tra i fedeli la processione di Pasqua. Fu sepolto nella chiesa veneziana di San Sebastiano, e intorno alla sua tomba vegliano le creazioni del suo genio, indicibilmente belle. Dopo otto anni, il figlio Carletto moriva di tisi a ven-tisei anni. Pur di Verona è un altro sfolgorante coloritore, il Bonifazio, col qual nome furono presunto autoritratto di marietta tintoretto. (Firenze, Uffizi).