308 CAPITOLO IX. Il Satinilo comi ¡enda • i ¡u di Ferrara il quale, volendo t< > r bon italiano, aw proibito le fogge frane- il Priuli rimprovera, al solito, i suoi concittadini « pe» li vestiment' u * troppo inseriti nt-H'in terno dii gemi, ancorché la naziot- «fosse cosi oliata .la tutti l’Italia»; e Francesco Sansovino si duole che tutti gl’lt.. liani avessero ; ci><'/ ri mutato lo abito iella persona, per parere quando francesi e quando *f ¡gir . Noti > i i ceti, .signorile, u-.- , i • gì- uomini e le donne de; popolo, in a-curii p •.’<• . ; , ■ ; ; .,rlc, avevano qualche cosa di vario piti »ri-, Di • • v • i „ péti) e le gonnelle (i uirth y> di bamba iirnbrà), o di seta crii la (zetàno) delti faiUi e delle operaie. U «itali sapevano ii.iri minori ¡osamente lt n .tc più opposta : .¡nel gusto del colore che dura tuttora, erano enza leggiadria, col loro boca5 in, te ortolane di Chioggia e delle isole vicine, che recavano alla città i prodotti delle ortaglie. Pittoresche le vesti degli arsenalotti, dei gondolieri, degli operai. A poco a poco anche il volgo andava adottando mode forestiere, cosi da far rimpiangere ad Andrea Calmo il tempo antico, quando la gente portava « le calze a la martingala, le so « scarpe e zoccoli de cuoro, e la bereta as-« setà, radai che i pareva tante maioliche « lusente, e no ste foze a la forestiera stra-taiae e rrcamae e incordonae, che diè il n olani ji pruno che le ha portae in luse, rwina e desfa tion de le fameie» (3>. Fiorivano pertanto anche i mestieri che si dedicavano all’eleganza maschile, e i sartori da uomo, divisi in tre classi, da veste, da -ipponi (giubboni) e da calze, abbellivano la loro scuola, ìntitol aot'Omobono e i Santa Barbara, con pregiate opere d’arte, e largamente sov\ ■ ai bisogni dei lori, colleghi vecchi e infermi <4). Non minor for vevano i calzo! . i in dal Trecento molti di essi, tedeschi, erano venuti nella eit girne, e i " o tituiti in scuola, che nel 1482 ebbe sua sede in calle delle do: " tri S »«.: cui ancora in quella via. sul prospetto e sul pilastro di una casa. ril»»no tei le ' irme non ineleganti di alcune scarpe. Parimente, nei -,.-«lo XIV, incomincia (1) Sa.nuixj, t, 7# (2) Aneht Tom di ì ^\. anaca clt., f* *•>. HDU le strane mode d'oltralpe: ve*ti e o<./e «ji t u ■» loggia fr»m * i <• la da qur t i ih ^*rl>«ra, che in tute le a de Italia la magi ■ r . ,..i no *r»*n» a c i-m che el non se « «agno* li Talianl dal* k-cr.te n*-*--nr (J) Cai«- . Lttt. di. pii«: (4) L ati« del sartori fu iti Mi ISM. ed ebbe la aua scuola nel cairp-t 4n frsulU. Un bassoi • . . , nta Barbara e Sant’Omobono i pMlu tu d una casa sulla /