AMORI, CONVERSAZIONI, FESTE, CONVITI 371 le letterate, citando antichi e moderni esempi di molte che, lascialo l'ago, poste si sono agli studi, e consigliando le donne a darsi alle lettere per fuggire la tirannia degli uomini e per guardarsi dalle loro insidie (1). Poche, fra noi, fuggirono tale tirannia, non sempre sgradita, ma molte sentirono, sebbene con minore efficacia che altrove, l’azione della nuova cultura, e alcune, tuttavia serbando le attrattive del loro sesso, si diedero con profitto agli studi. Annoverata fra le più famose italiane fu la veneziana Cassandra Fedele (m. 1558), proclamata decus Italiae virgo dal Poliziano, che il 20 giugno 1491 scriveva da Venezia a Lorenzo il Magnifico: « Visitai < iersera Cassandra Fedele.... È cosa, Lorenzo, mirabile, nè meno in vulgare che in latino; discretissima, et meis oculis etiam bella »<2>. Tra il lusso veneziano, mai non si videro risplendere sulla sua persona l’oro e i gioielli, non volendo essa adornarsi se non con vesti candide e semplici; la stessa sua bellezza delicata, degna veramente del pennello di Gianibel-lino, che la ritrasse, doveva essere diversa dal fiorente tipo muliebre veneziano; ma di lei non restano che i lineamenti deformati nell’incisione dell’opera De Claris mulieri-bus di frate Filippo Foresti da Bergamo <3). Divise la vita tra l’amore degli studi e quello del marito, il medico Giambattista Mapelli vicentino; e rimasta vedova si consacrò al governo delle orfane abbandonate. Fu buona madre e non cattiva poetessa anche Modesta da Pozzo (Moderata Fonte), moglie del cittadino Filippo de Zorzi, morta nel 1592, a trenta-sette anni <4). Non mancarono nep-pur fra le patrizie le cultrici della poesia, e se i posteri ne dimenticarono i versi, i contemporanei non risparmiarono loro le lodi(5); altre ebbero anche cultura classica, senza la pretensione e i fumi delle letterate di professione. Elena, figlia di Pietro Bembo, ebbe agio di istruirsi in un convento veneziano nelle lettere greche e latine, e il padre, che vegliava amorosa-mente all’istruzione della giovinetta, le mandava la grammatica greca di Costantino Lascaris. Ma egli voleva inoltre diventasse buona massaia, e occupandosi perfino dei lavori d’ago della diletta creatura, le scriveva da Roma il 2 dicembre 1542: « Helena CASSANDRA FEDELE. (Dal « De Plurimi» Claris Mulieribos » delirate Filippo Foresti, Ferrara, De’ Rossi, 1497). (1) Leti, di molte valorose donne, nelle quali chiaramente appare non esser ni di eloquentia, ni di dottrina alli huomini inferiori per Ortensio Landò, Vinegia, Giolito, MDXLVIII, cc. 31, 32. (2) Simonsfeld, Zur Geschichte der Cassandra Fedele, in « Stud. zur Litteraturgeschichte *, Hamburg und Leipzig, 1893, pag. 100. (3) Ferrariae, Laurentius de Rubeis, 1497. (4) Ebbe lode,al »uo tempo.il poema romanzesco di Moderata Fonte, intitolato Floridoro, pubblicato a Venezia nel 1581. Premessa al libro di Moderata Fonte, Il merito delle donne, è la vita dell'autrice, scritta dallo zio di lei, Gio. Niccolò Dogiioni (Venezia, 1600). (5) Tra le patrizie: Foscarina Foscarini-Venier, Giulia Premarin, Franceschina Baffo, Veneranda Bragadin*Cavalli, Adriana Contarini-Trevisan, Chiara Pasqualigo, Giannetta Tron, Laura Beatrice-Cappello, Cecilia Michiel. Altre poetesse veneziane: Vincenza Armani, Lucrezia Mannello e Rosa Levi. Vedi Llisa Beroalli, Componimenti poetici delle più ili. rimatrici ita!, (fogni secolo, Venezia, 1726, P. I.