84 CAPITOLO IV. trattato di tale materia che si abbia alle stampe(1). Gli architetti più celebri, che fecero rivivere sulle lagune l’antica sapienza nell’arte di fabbricare, furono, insieme col Sanso-vino, il Sammicheli, il Palladio, lo Scamozzi, il Da Ponte. Il culto del passato non impedì al Sansovino di mostrarsi innovatore, non pure nelle linee maestose e a un tempo leggiadre delle sue fabbriche, ma anche nei particolari, nelle aggiunte agli ordini e nelle nuove proporzioni delle trabeazioni. Non seguì servilmente le norme classiche neppure il veronese SEGUACE DI ANTONIO RIZZO — DUE STATUE DI SCUDIERI. (Facciata del palazzo dell’Ambasciatore). (Fot. Alinari). Michele Sammicheli (1484-1559), architetto militare della Repubblica, il quale costruì il forte castello di Sant’Andrea del Lido, il palazzo Cornaro a San Polo e quello grandioso dei Grimani a San Luca. Di Andrea Palladio (1508-1580) sono le chiese di San Giorgio e del Redentore, la facciata di San Francesco della Vigna, il convento della Carità, opere romanamente solenni, ma troppo rigide e monotone. Non era Venezia aere adatto all’arte (1) 1 dieci libri delVArch. di M. Vitruvio, trad. e commentati da monsignor Daniello Barbaro. Venezia, Marcolini, 1556.— Pratica della Perspectiva di monsignor Daniello Barbaro, Patriarca d’Aquileia. Venezia, Borgominieri, 1569. Di quest’ultima opera la Marciana possiede un manoscritto, quasi interamente autografo, molte parti del quale sono inedite, o più diffusamente trattate che non nell’opera a stampa.