LA PITTURA NEL PIENO FIORE ECC. 93 costumi, feste, cerimonie con la stessa evidenza e con maggior vivezza dei Diarii di Martin Sañudo e dei vecchi documenti degli archivi. Il Carpaccio seppe in sè riunire due doti che sembrano opposte: il gusto delle esteriori magnificenze e l’intima profondità del sentimento. Nel suo quadro d’ altare per la chiesa di San Giobbe, l’espressione di serafica dolcezza della Vergine, che presenta il Bambino al patriarca Simeone, non •è vinta neppure da quella che seppe darle Giovanni Bellini, il quale per la stessa chiesa aveva anch egli dipinta una tavola d’altare o. Se par cosa naturale che la dolce idealità del Bellini si tramuti talvolta in una specie di misticità fantastica, come nel quadro Le anime del Purgatorio <2), o in astruse manifestazioni simboliche, GIOVANNI BELLINI — LE ANIME DEL PURGATORIO (ALI.EOORIA RELIGIOSA). {Firenze, Uffizi). (Fot. Alinari). come in certe sue strane tavolette allegoriche <3), sembra invece singolare che il Carpaccio, lieto narratore di feste, pieghi la mente verso lugubri sogni, e che un’aura, grave di oscuri sensi, avvolga taluni suoi dipinti, come la tetra rappresentazione del (1) La chiesa di San Giobbe s’ornava, intorno al 1479, della tavola di Giambellino, che rappresenta la Madonna tra i santi Giobbe, Giovanni Battista, Sebastiano, Francesco e Lodovico. Nel 1510 il Carpaccio compiva il suo quadro d’altare per commissione probabilmente dei patrizi Sanudo, e nello stesso anno Marco Basaiti faceva nella medesima •chiesa, per i patrizi Foscari, la tavola Gesù nell'orto di Getsemani. (2) Le Anime del Purgatorio, nella galleria degli Uffizi, è una rappresentazione simbolico-religiosa, tratta da un poema trecentesco di Guillaume de Deguileville, Le pèlerinage de l'àme. I bambini sotto l’albero mistico del Paradiso terrestre rappresentano le anime, assistite dalla Madonna e dai Santi Pietro, Paolo, Giobbe e Sebastiano, che sono immersi in profonde preghiere per impetrare da Dio la liberazione di un’anima. G. Ludwig, Giovann Bellini’s sogenannte Madonna am See in den Uffizien: eine religióse Allegorie, in « Jahrbuch der Preuss. Kunstsammlungen », a. 1902, pag. 163. (3) Le sei tavolette, nella galleria dell’Accademia veneta, rappresentano: la prima, Bacco e Marte o la sensualità difesa dalla virtù attiva; la seconda, la Fortuna, sopra una barca con una grande sfera, attorniata da bambini; la terza, una mostruosa sirena con le ali, bendata, che hai caratteri della Giustizia perchè cieca, della Speranza perchè alata, della Temperanza per le due anfore vuote che tiene nelle mani, della Carità per i due globi d’oro su cui posa i piedi. Nella quarta tavoletta è una donna ignuda, che regge uno specchio e vuol significare la Prudenza; nella quinta, due uomini reggono una chiocciola, da cui esce una donna ignuda, la Calunnia, con una serpe attorcigliata alle braccia e che le morde la lingua.