LE CONDIZIONI SANITARIE ECC. 53 tuzione degli asili per l’infanzia. La sua opera benefica egli esercitò anche nell’ospeda-letto dei derelitti, eretto nel 1527 presso ai Santi Giovanni e Paolo da ser Bartolomeo di Marco causidico, da ser Alvise mereiaio all’insegna del leon bianco, da ser Bartolomeo Boninparte e da altri benefattori (,). La beneficenza privata dava asilo e soccorso alle sventure umane, e gli abitanti delle singole parrocchie si raccoglievano in fraterne e corrispondevano una somma annuale a sollievo dei poveri. Nel 1498, il patrizio Niccolò Morosini, homo ricchissimo, faceva costruire alla SS. Trinità (Santa Ternita) trentasei case per concederle gratuitamente (de bando) a nobili indigenti <2>; nel 1535 un Bartolomeo Nordio, bergamasco, mercante di legnami, fondava un pio istituto (fraterna) che somministrava pane e danaro ai nobili decaduti e alle fanciulle povere da marito; nel 1558 Benedetto Palmio, gesuita, dava principio, in una casa a San Marziale, al ricovero per le giovani zitelle, pericolanti tra le seduzioni del mondo. Lo stato paternamente incoraggiava l’iniziativa privata, e nello stesso tempo istituiva speciali provveditori per gli ospedali e luoghi pii, e sin dal 1474, per festeggiare la liberazione di Scutari dai Turchi, erigeva a San Niccolò di Castello un ospedale, intitolato a Gesù, per i vecchi marinai poveri e infermi <3>. Con altre benefiche istituzioni provvedeva ai trovatelli, ai derelitti, agli infermi, alle vedove, ai poveri vergognosi; raccoglieva i fanciulli abbandonati per mandarli come apprendenti presso i maestri delle arti, o come mozzi sulle navi ; concedeva vendite di vittuarie ai vecchi marinai, i quali per etade non potevano più navigare <4); ordinava nel 1544 ai notai di ricordare ai testatori i miseri per qualche lascito, e obbligava gli ufficiali pubblici novellamente eletti a dare ciascuno un ducato per conto de elemosine <5). Ancora, decretava che un certo numero di poveri traesse il sostentamento dalla senseria (messeteria) del pepe(6), preziosa droga che segnava col suo prezzo le vicende dei mercati, e aveva a Venezia così largo traffico, che un ramo della famiglia Mocenigo, arricchitasi con quel commercio, (1) Cicogna, Iscr. V, 368, 369. — Girolamo Miani continuò il suo santo apostolato a Padova, a Vicenza, a Verona, a Brescia, a Bergamo, a Como, a Milano, a Salò e a Somasca, dal qual ultimo paese prese nome la congregazione dei chierici regolari da lui istituita. Mori in Somasca nel febbraio del 1537, e nel 1747 fu canonizzato da Benedetto XVI. (2) Malipiero, Ann. cit., II, pag. 713. (3) Cicogna, Iscr. II, 357. (4) Arch. di Stato, Cinque savii alla mercanzia, b. 91, 3 maggio, 1443. (5) Sanudo, IV, 811. (6) Arch. di Stato, Cinque savii ecc., b. 133. Il 4 genn. 1393 «si aumenta di 15 il numero dei 45 poveri vecchi « cittadini originari nostri de età de anni 60 e più, i quali abbiano speso la sua zoventù, e la vita e i so dì a onor «del stado nostro». Il 28 settembre 1531, il senato prende alcuni provvedimenti a favore dei poveri al pevere, per questa opera pia e santa. Negli anni 1643, 1651, 1652, 1654 vi sono suppliche per aumento di elemosina o per grafia di un loco di povero al pevere. Nel 1661 il senato stabilisce che questi poveri siano e s'intendano dichiariti liberi et essenti dalVobbligo delle decime. (7) Parere de’ clariss. A. Bragadino e J. Foscarini, Proc. di S. Marco ecc., intorno al trattato fra Venezia e Spagna, sul traffico del pepe e delle spezierie dell' Indie orientali (1585), con annotazione di F. Stefani (per nozze Correr-For-nasari), Venezia, 1870.