AMORI, CONVERSAZIONI, FESTE, CONVITI 367 pervase da un calore intenso di sensualità, egli scrive alla sua donna d’amarla sopra tutte le cose, di non pensare ad altro se non a lei, quando nelle notti insonni gli vengono innanzi tutte le cose che « tra lor due sono state più secrete e più care, e tutta la tocca, tutta la tiene, tutta la stringe a suo incomparabile diletto ». Quando un lieve malore la obbliga per qualche giorno a letto, e la ¡ebbre tormenta l'anima sua nel bello e delicato corpo, egli si sente infelice e non può ritenersi di andare a vederla in persona, sospetti chi sospettar vuole, e dà in ¡smanie o si abbatte in profonda mestizia, se nella notte un sonatore di liuto passa sul canale e canta armoniose canzoni. Egli aspetta che altri ben più armoniosi e ben noti canti, vengano a lui dall’amata, che dimorava nella casa vicina (l). Ma dopo alcuni mesi la bella signora partì da Venezia, e poco più di un anno durò questo affetto, che altro che la morte sciogliere non potea. Il Bembo dimenticò presto la sua bella incostante, CARTE VENEZIANE DA TAROCCHI DEL SECOLO XVI. (Rouen, biblioteca). e nel 1502, nella villa Ostellato degli Strozzi, presso Ferrara, conobbe Lucrezia Borgia, da poco sposa di Alfonso d’Este, e intrecciò un nuovo amore con la fatai duchessa, ch’egli chiamava dolcissima vita mia e a cui scriveva: « Nessuna cosa penso, scrivo, onoro, « se non voi, e s’io potessi volarvi con lo spirito e starvi sempre d’intorno non vorrei • più vivere •(2). La loro corrispondenza, a mano a mano sempre più scolorita d’affetto, durò sino al 1517. A Roma finalmente il Bembo trovò il porto tranquillo della sua anima neH’amore della Morosina, dalla quale egli, non ancor prete, avendo ri- (1) Intorno al luogo dove dimoravano i due amanti, vi é divergenza tra le lettere del Bembo e i documenti deH’Ambrosiana. Secondo questi ultimi, l'incognita abitava sulle fondamenta delle Zattere, e dal campo di San Trovalo il Bembo poteva vedere le finestre della facciata posteriore di quella casa, che fu poi dei Priuli. Ma dalle lettere del Bembo appare invece che i due amanti abitavano alla Giudecca, l'uno nella casa dei Marcello, l'altra in quella vicina dei Dandolo. In una lettera del Bembo (senza data nella stampa, ma del 18 agosto 1500) si legge: • Mio padre • ha presa casa alla Zudecca, ed è quella Marcella vicino ai Dandoli dalle torri. E per tutto questo mese vi sarem • dentro Che le due case — quella abitata daH'innominata e quella del Bembo — fossero vicine appare dalla lettera del 3 settembre, dove si legge: «Stimo che oggi siete stata in suoni e canti, i quali tutti ho uditi e sentiti di « qua, ed ho preso sollazzo dei vostri piaceri Se, sul luogo dove abitavano i due amanti, le note del codice delTAm-brosiana sono divergenti dalle lettere, non è da maravigliarsi. Il Bembo, volendo preparare ai posteri il testo del suo epistolario amatorio, usava postillarlo e ritoccarlo a suo modo, forse per confondere i futuri curiosi e sviarne le ricerche. (2) .Morsolis, P. Bembo e L. Borgia, in • N. Antologia >, a. 1885, voi. LXXX1I, pag. 419. V MIUA. BRX Llt>OS< RERVM EDAX wmàia