LA NUOVA CULTURA 223 essendo anche stato maestro di Paolo Manuzio e di parecchi patrizi <*>. Il Foresto accusava lo zio d’essersi invischiato neH’amorazzo d’una mala femmina, certa An-driana Zavatina (2). Al contrario d’altre città, a Venezia i proventi dei maestri erano abbastanza abbondanti, specialmente se privati. Nella scuola di quel poco lodevole Piazzone si contavano circa centocinquanta alunni, che complessivamente pagavano cinquanta ducati, e otto o dieci dozzinanti, la retta di ciascuno dei quali era di quaranta ducati annui. I maestri della cancelleria e dei sestieri erano pagati dall’ufficio dei tre governa-dori delle entrade, eletti nel 1433. Il denaro per gli stipendi pare si traesse in parte da un dazio grammatici, imposto, fin dalla .TERENTIVS icfitettftrotdtMikipuio ! LETTORE IN CATTEDRA. (Dal • Tcrentius », Venetiis per Simon de Luere. 1487). IL MAESTRO E LO SCOLARE. (Dal * Libro del maestro e del discipulo Venezia, Manfredo di Monferrato, iscipulo , 1498). prima metà del secolo XV, senza aggravio del pubblico tesoro, sulle rendite, sugli affitti, sulle vendite, e che saliva a più di millequattrocento ducati annui. I giovani della cancelleria ricevevano dallo stato un compenso, col quale dovevano concorrere al pagamento dei loro maestri pubblici <3>, che nel 1551 eran dodici e furono poi ridotti a (1) Cicogna, Iscr., VI, 64. (2) Pavanello, Un maestro del Quattrocento (G. A. Augurelio), Venezia, 1905, pag. 31. Il Piazzone, il quale aveva insegnato sempre cum fama de octimo et fructuoso preceptore, otteneva, il 20 marzo 1526, un privilegio per la stampa dei suoi Precepti de rethorica. (Fulin, Doc. per la st. della tip. ven. cit., In « Arch. Ven. », t. XXIII, pag. 206). — Anche Giovanni Foresto non è nome ignoto alle lettere, e sebbene nativo di Brescia, visse e insegnò a Venezia, dove mori nel 1595. Egli tradusse in latino un Compendio di grammatica greca di Giovanni Sagomala o Zygomala di Nauplia, che conservavasi in un codice della Nazionale di Torino, ora distrutto. La traduzione era preceduta da un'epistola latina del Foresto al patrizio veneto Federico Badoer, datata « Ex gymnasio nostro, calendis martiis MDXXXX*. Cfr. C. Frati, Aneddoti da codici torinesi e marciani, Torino, 1908, pagg. 4-8. (3) 1443, 16 aprile.... • quod per Dominium Consiliarios et Capita de Quadraginta eligi et assumi debeant duo- * decim pueri seu juvenes Veneti ab annis duodecim vel circa supra cum salario ducatorum decem prò quolibet in * anno et ratione anni... qui pueri vadant ad scolas et discant gramaticam, rethoricam et alias scientias aptas ad