116 CAPITOLO V. vecchio e con la vista indebolita, si fece oblato nella santa casa di Loreto, « per non an-« darsi advolgendo più nella vecchiaia e per quiete di sua vita», che si spense nel settembre del 1556. Prese nell’età matura l’abito di frate anche Dario Varotari, veronese (n.1539), dopo aver iniziato in Padova una scuola pittorica, dalla quale uscì il figlio di lui, Alessandro, detto il Padovanino. Dario stava disegnando una meridiana sul prospetto di una villa del medico Acquapendente, presso Battaglia, quando, essendosi rotta l’impalcatura, pre- AUTOGRAFO DI PAOLO CALIARI. cipitò a terra senza farsi alcun male. Il che fu creduto miracolo dal pio pittore, che tornato subito a Padova volle, in rendimento di grazie, prendere la tonaca dei carmelitani. Dopo pochi giorni finì di vivere nel 1596 (1). g|-; Paris Bordon, che per certe sue dipinture procaci si direbbe uno dei più voluttuosi pittori veneziani, fu sobrio e temperante nella vita, punto invidioso nell’arte, dal-l’adulare altrui e dal cercar lodi a se stesso ugualmente lontano. Vide la luce a Treviso nel luglio del 1500, da Giovanni Bordon e da Angelica Gradenigo di Venezia<2>. Di stirpe nobile e antica dal lato paterno e da quello materno fu creduto il Bordon; ma il padre esercitava il mestiere di sellaio e gli avi quello di calzolaio; nè, quantunque portasse l’illustre nome dei Gradenigo, era di famiglia patrizia la madre. Ottenne bensì il modesto figlio del popolo una nobiltà più alta: seppe divenir gentiluomo alla corte magnifica dell’arte. Rimasto, a otto anni, orfano del padre, fu condotto a Venezia dalla madre in casa della propria famiglia, che lo mandò alla •scuola di Tiziano. Le sue nozze con Cinzia, figlia di Bartolomeo della veneziana famìglia cittadinesca Spa (Spada), non devono risalire molto più in là del 1536, del quale anno è un testamento di Cinzia, in cui, dicendosi incinta, istituisce erede la prole nascitura. Il matrimonio fu reso lieto da un maschio, Giovanni, pittore anch’esso<3), e da quattro femmine. Anche il Bordon, come il Veronese, si credette fosse stato bandito tra i monti dell’Agordino, o vi avesse cercato rifugio da ire e persecuzioni, che devono sembrare inverosimili, quando si considerino le amabili virtù di questo artefice, il quale domandava alla solitudine campestre quella profonda poesia che seppe trasfondere nei (1) Ridolfi, op. cit., II, pag. 275. (2) Bailo e Biscaro, Della vita e delle opere di P. Bordon, Treviso, 1900, pagg. 41-46. È una leggenda che il nome di Bordon sia dovuto a uno degli antenati, fabbricante di bordoni da pellegrino. (3) Nicoletti, Per la storia dell'arte. Lista dei nomi di artisti tolta dai libri di tanse o luminarie della fraglia dei pittori, in «Ateneo Veneto», sett.-ott. 1980. Nel 1530 è notato: Bordon Paris figurer-, e dal 1582 al 1587: Bordon Zuanne q. Paris. ur tu IX.X. ,<( ft tv-in '¿j-pv'y (/ |Ì~/ •K"' •• T AUTOGRAFO DI BENEDETTO CALIARI.