IL TIPO DELL’UOMO E DELLA DONNA ECC. 295 secondo il querulo Girolamo Priuli, alla onestà delle veneziane, « ma sedici o venti « delle principali si erano immerse in questi impropri abbigliamenti, onde tutte le altre « volevano imitarle » (1). Comparvero anche le prime forme dei torreggianti tupé con certi scuffiotti in una cheba di rete d’oro, specie di gabbie, intrecciate di listerelle d’oro, con perle, gioie, fiori, veli cadenti (2), come può vedersi in un ritratto attribuito al Tintoretto nella galleria di Bergamo, e in una incisione di un libro di costumi di un modenese della fine del secolo decimosesto <3). Non si risparmiava poi alcuno studio per dare alla chioma la tinta e la lucentezza dell’oro, come usavano le donne fin dagli antichi tempi. A tal fine tutte le veneziane di garbo si bagnavano la GENTILUOMO. DAMA. MERCANTE. VESTI VENEZIANE. (Dagli «Habitus» del Boissard). testa con una sponzetta ligata a la cima di un fuso, si tingevano le chiome con acque diverse, e le lavavano con liscia forte, mescolata a officinali e a lume di feccia, a zolfo, a uova, a scorze di arancio e ad altri ingredienti <4). Per rasciugarle, si esponevano al sole sopra i tetti delle case, in quelle terrazze di legno, chiamate altane, e là sedevano vestite di tela leggera, con in testa un cerchio di paglia, a foggia di tesa di cappello, (1) Priuli, Diari mss. cit., c. 322 t. (2) C. Vecellio, Habiti cit., pag. 74. (3) Varie acconciature di teste usate da nobilissime dame in diverse cittadi d'Italia di Giovanni Guerra, modenese, Roma (fine sec. XVI); (4) Passi. Donneschi difetti, Venezia, 1599, pag. 161.— È curiosa, fra le altre, questa ricetta deWarte biondeggiatile, trascritta in una traduzione manoscritta degli Aforismi di Arnaldo da Villanova, celebre medico francese del secolo XIV: «Tuolli centaurea onze 4, draganti gumma rabicha ana onze 2, sauon saldo onze 1, lume de feza L. 1 « e fa bolire, e può’ te unzi li capilli al sole ». (Museo Correr, cod. Cicogna, 1248). — Vedi inoltre le ricette a far biondi i capelli in un Ricettario manoscritto della biblioteca Marciana (Cl. Ili, cod. IX, pagg. 21, 53), e un ricettarlo galante in una lettera del Calmo (Lett. dt., pag. 321). Altre ricette furono pubblicate nel libro Les femmes blondes selon les peintres vènitiens etc. di due francesi che si dicono veneziani d’elezione, [A. Baschet et Feuillet de Conches], Paris, Aubry, 1865.