322 CAPITOLO X. nendo persino il caso che il genitore li preferisse alla moglie<'>. Era invece caduto quasi in disuso un istituto che concerne alla famiglia, quello dell’adozione, nell’età di mezzo molto frequente, per non lasciar estinguere casati illustri. È singolare che uno stato di intendimenti cosi aristocratici, e che con atto solenne adottava, come figlie della Repubblica, Caterina Cornaro e Bianca Cappello, non abbia tenuto in maggior pregio un’istituzione, che surroga la natura matrigna, e non può certo essere messa in pratica, o assai restrittivamente, dai meno favoriti dalla fortuna. Forse quegli uomini, così gelosi della grandezza del proprio casato, non volevano allargarne l’autorità e il decoro oltre la propria discendenza. Era invece frequente l’uso dei figliuoli d'anima, poveri LA NOVI ZZA IN GONDOLA. (Dagli * Habiti » del Franco). fanciulli, raccolti per pietà da famiglie magnatizie, e congiunti a coloro che pietosamente li accoglievano dal solo vincolo della beneficenza. Il senso di riverenza, onde lo stato circondava la famiglia legittima, è rivelato anche dalla istituzione di una magistratura arbitrale domestica. Lo svincolamento dalla originaria rigida concezione della patria potestà aveva reso possibili contrattazioni fra padre e figli, che procacciavano molta messe di contenzioni ai curiali. Per questo il maggior consiglio, con la deliberazione del 26 maggio 1555, che modifica e integra disposizioni precedenti, sottrae al giudice ordinario, per sottoporle all’arbitrato obbligatorio di quattro persone, dette confidenti, le liti fra congiunti*2'. Istituto codesto che, (1) Gerardo de Villenelli, nel suo testamento del 17 maggio 1370, alla moglie antepone la figlia Agnesina, alla quale lascia, sua vita durante, l’interesse di 540 lire d’imprestiti e l'abitazione in una delle sue case, e letti e vesti e masserizie e dote di 100 ducati d’oro poiché * Agnexinam ut filiam legiptimam dilexi ». Arch. di Stato, Procur. de cifra, test. n. 836. (2) Arch. di Stato, M. C., reg. Rocca, n. 35, c. 36 t.